Zantipride

Da Wikifarmaco.

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE - 
ZANTIPRIDE 

02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 

Ogni compressa rivestita con film contiene 30 mg di zofenopril calcio (pari a 28,7 mg di zofenopril) 
e 12,5 mg di idroclorotiazide. 
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 

03.0 FORMA FARMACEUTICA - 
Compressa rivestita con film. 
Compresse rotonde, di colore rosso pastello, leggermente biconvesse, con barra di frattura su un 
lato. 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - 
04.1 Indicazioni terapeutiche - 
Trattamento dell'ipertensione essenziale da lieve a moderata. 
Questa associazione a dose fissa è indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non sia 
adeguatamente controllata solo con zofenopril. 

04.2 Posologia e modo di somministrazione - 
In generale
Zantipride deve essere assunto una volta al giorno, con o senza cibo. 
Prima di passare all'associazione a dose fissa si raccomanda il raggiungimento di un adeguato 
dosaggio delle singole componenti (cioè zofenopril e idroclorotiazide). 
Quando clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia 
all'associazione fissa. 


Per facilitare la deglutizione, le compresse possono essere divise in due parti e, al momento della 
somministrazione, assunte una metà dopo l'altra. 
Adulti (da 18 a 65 anni)
Pazienti non ipovolemici e senza deplezione salina
La dose solitamente efficace è una compressa una volta al giorno. 
Pazienti con sospetta ipovolemia o deplezione salina
L'uso di Zantipride non è raccomandato. 
Anziani (oltre 65 anni)
Non sono necessari aggiustamenti posologici nei pazienti anziani con clearance della creatinina 
normale. 
Nei pazienti anziani con clearance della creatinina ridotta (inferiore a 45 mL/min) l'uso di 
Zantipride non è raccomandato. 
La clearance della creatinina può essere calcolata a partire dalla creatinina sierica in base alla 
seguente formula di Cockroft-Gault: 
CrCl (mL/min) =[(140-età) * peso (Kg)] / 72 *Cr sierica (mg/dL) 
Tale formula fornisce la clearance della creatinina nell'uomo. Nella donna il valore ottenuto deve 
essere moltiplicato per 0,85. 
Bambini e adolescenti (sotto 18 anni)
Non sono state stabilite l'efficacia e la sicurezza di Zantipride nei bambini e negli adolescenti. 
L'uso, pertanto, non è raccomandato. 
Pazienti con compromissione della funzionalità renale e dializzati
Nei pazienti ipertesi con compromissione renale lieve (clearance della creatinina >45 mL/min) 
Zantipride può essere usato con lo stesso dosaggio e lo stesso regime di somministrazione (una 
volta al giorno) dei pazienti con funzione renale normale. 
L'uso non è raccomandato in pazienti con compromissione da moderata a grave (clearance della 
creatinina <45 mL/min) (vedere paragrafo 4.4). 
Zantipride è controindicato nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della 
creatinina <30 mL/min) (vedere paragrafo 4.3). 
L'uso di Zantipride non è raccomandato nei pazienti ipertesi sottoposti a dialisi. 
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica


Nei pazienti ipertesi con compromissione della funzionalità epatica da lieve a moderata, nei quali si 
è raggiunta in monoterapia la dose di 30 mg di zofenopril, può essere usato lo stesso regime 
posologico dei pazienti con funzionalità epatica normale. 
Zantipride è controindicato nei pazienti ipertesi con compromissione della funzionalità epatica 
grave. 

04.3 Controindicazioni - 
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6). 
Allattamento (vedere paragrafo 4.6). 
Ipersensibilità a zofenopril o verso qualsiasi altro ACE-inibitore. 
Ipersensibilità ad idroclorotiazide o altre sostanze sulfonamide-derivate. 
Ipersensibilità verso uno qualsiasi degli eccipienti 
Storia di edema angioneurotico associato a precedente terapia con ACE-inibitori. 
Edema angioneurotico ereditario/idiopatico. 
Grave compromissione della funzionalità epatica. 
Grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina <30 mL/min) 
Stenosi dell'arteria renale bilaterale o unilaterale nei casi di pazienti con un solo rene. 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - 
Zofenopril
Ipotensione
Come con altri ACE-inibitori e diuretici, in alcuni pazienti può manifestarsi ipotensione 
sintomatica. 
Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con ipovolemia e deplezione elettrolitica in seguito a 
trattamento con diuretici, regime dietetico iposodico, dialisi, diarrea o vomito. L'ipotensione è stata 
riportata principalmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave, con o senza insufficienza 
renale associata. Questo è più probabile che si verifichi in pazienti trattati con dosi elevate di 
diuretici dell'ansa, o in pazienti con iponatriemia o funzionalità renale compromessa. In questi 
pazienti il trattamento deve iniziare sotto stretta sorveglianza medica, preferibilmente in ospedale, a 
basso dosaggio e con un accurato aggiustamento della posologia. Queste considerazioni si 
applicano anche a pazienti affetti da angina pectoris o malattie cerebrovascolari nei quali una 
eccessiva ipotensione può causare un infarto miocardico o un accidente cerebrovascolare. 


In caso di ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina. Può essere necessario il 
ripristino della volemia mediante infusione endovenosa di una normale soluzione salina. La 
comparsa di ipotensione in seguito alla dose iniziale dell'associazione non preclude, una volta 
risolto completamente l'evento, la possibilità di un successivo trattamento con ciascun componente, 
previa un'attenta titolazione del dosaggio. 
Pazienti con ipertensione renovascolare
Nei pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale del solo rene 
funzionante trattati con ACE-inibitori aumenta il rischio di grave ipotensione e insufficienza renale. 
Il trattamento con diuretici può essere una concausa. La perdita della funzione renale può verificarsi 
in presenza anche solo di lievi cambiamenti della creatinina sierica anche nei pazienti con stenosi 
dell'arteria renale unilaterale. 
In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto stretta sorveglianza medica, con basse dosi, 
attenta titolazione e monitoraggio della funzionalità renale. 
Pazienti con insufficienza renale
Si deve effettuare un attento monitoraggio della funzione renale nel corso della terapia, come 
ritenuto appropriato. È stata riportata insufficienza renale in relazione alla somministrazione di 
ACE-inibitori, principalmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave o affetti da patologia 
renale, compresa la stenosi dell'arteria renale. Alcuni pazienti senza apparenti disturbi renali 
preesistenti hanno sviluppato aumenti della azotemia e della creatininemia, in particolare quando 
sottoposti a concomitante somministrazione di un diuretico. Può rendersi necessaria una riduzione 
della dose delle singole componenti. Si raccomanda un attento monitoraggio della funzione renale 
durante le prime settimane di terapia. 
Pazienti sottoposti a dialisi
I pazienti in dialisi che utilizzano membrane ad alto flusso in poliacrilonitrile e che sono trattati con 
ACE-inibitori possono andare incontro a reazioni anafilattoidi come edema facciale, vampate di 
calore, ipotensione e dispnea entro pochi minuti dall'inizio dell'emodialisi. Si raccomanda di 
utilizzare membrane alternative o un altro tipo di farmaco antiipertensivo. 
L'efficacia e la sicurezza di zofenopril in pazienti con infarto miocardico che si sottopongono ad 
emodialisi non è stata stabilita. Pertanto non deve essere usato in tali pazienti. 
Pazienti sottoposti ad LDL aferesi
In pazienti trattati con ACE-inibitori sottoposti ad LDL aferesi con destrano solfato possono 
verificarsi reazioni anafilattoidi simili a quelle osservate nei pazienti sottoposti ad emodialisi con 
membrane ad alto flusso (vedere sopra). Si raccomanda di usare in questi pazienti un farmaco 
appartenente ad un'altra classe di farmaci antipertensivi. 
Reazioni anafilattiche in corso di terapia iposensibilizzante o in caso di punture di insetti
Raramente i pazienti che assumono ACE-inibitori hanno riportato, in corso di terapia 
iposensibilizzante o dopo puntura di insetti, delle reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Queste 
reazioni si evitano sospendendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitori prima di ogni 


trattamento iposensibilizzante. Pertanto, si deve usare cautela nei pazienti in trattamento con ACE-
inibitori che vengono sottoposti a tali terapie iposensibilizzanti. 
Trapianto renale
Non ci sono esperienze relative alla somministrazione di Zantipride in pazienti sottoposti a recente 
trapianto renale. Pertanto, l'uso nei trapiantati non è raccomandato. 
Aldosteronismo primario
I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci antipertensivi che 
agiscono attraverso una inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l'uso di zofenopril non 
è raccomandato. 
Angioedema
In pazienti trattati con ACE-inibitori può manifestarsi angioedema al viso, alle estremità, alle 
labbra, alle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe, soprattutto durante le prime settimane 
di trattamento. In rari casi, comunque, l'insorgenza di angioedema grave può verificarsi dopo 
trattamento a lungo termine con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Il 
trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e sostituito da terapia con un 
agente appartenente ad un'altra classe di farmaci antipertensivi. 
L'angioedema che interessa la lingua, la glottide o la laringe può essere fatale. Si deve attuare 
immediatamente una terapia di emergenza che includa, ma non necessariamente si limitati a, una 
iniezione sottocutanea immediata di adrenalina soluzione 1:1000 (0,3-0,5 ml) o una infusione lenta 
di adrenalina per via endovenosa 1 mg/ml (che deve essere diluita secondo indicazione), sotto 
attento monitoraggio dell'elettrocardiogramma e della pressione arteriosa. Il paziente deve essere 
ospedalizzato e tenuto in osservazione per almeno 12-24 ore e dimesso solo dopo completa 
remissione dei sintomi. 
Tosse
Durante il trattamento con ACE-inibitori può insorgere tosse secca e non produttiva che scompare 
con la sospensione della terapia. 
Insufficienza epatica
Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e 
progredisce verso la necrosi epatica fulminante e (talvolta) il decesso. Il meccanismo di questa 
sindrome non è noto. I pazienti sottoposti a terapia con ACE inibitori che manifestino ittero o 
marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere la terapia con l'ACE inibitore ed 
essere sottoposti ad adeguato follow-up medico. 
Iperkaliemia
Durante il trattamento con un ACE-inibitore può verificarsi iperkaliemia. Questo effetto è 
generalmente attenuato dalla perdita di potassio indotta dai diuretici tiazidici. Fra i pazienti a rischio 
di sviluppare iperkaliemia sono inclusi quelli con insufficienza renale, diabete mellito o quelli che 
utilizzano in concomitanza diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del 
sale contenenti potassio; o i pazienti che assumono altre sostanze attive che si associano ad aumento 


di potassio sierico (per esempio eparina). Qualora si ritenga adeguato procedere all'uso 
concomitante dei farmaci suddetti, si raccomanda di effettuare un regolare monitoraggio del 
potassio sierico (vedere paragrafo 4.5). 
Chirurgia/Anestesia
In pazienti sottoposti ad importanti interventi di chirurgia o durante l'anestesia, l'uso degli ACE-
inibitori può provocare ipotensione o addirittura shock ipotensivo. Se non è possibile interrompere 
il trattamento con gli ACE-inibitori, si deve monitorare attentamente la volemia. 
Stenosi dell'aorta/cardiomiopatia ipertrofica
Gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con ostruzione del tratto di efflusso 
del ventricolo sinistro e devono essere evitati in caso di shock cardiogeno ed ostruzione 
emodinamicamente significativa. 
Neutropenia/Agranulocitosi
In pazienti trattati con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, 
trombocitopenia ed anemia. Il rischio di neutropenia sembra essere tipo- e dose-correlato e dipende 
dallo stato clinico del paziente. Si osserva raramente in pazienti che non presentano complicazioni, 
ma può insorgere in pazienti con compromissione renale di vario grado, specialmente in 
associazione con collagenopatie, ad es. lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, terapia con 
farmaci immunosoppressivi, trattamento con allopurinolo o procainamide, o un'associazione di 
queste complicazioni. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni serie che in alcuni casi 
non hanno risposto alla terapia antibiotica intensiva. In caso di utilizzazione di zofenopril in questi 
pazienti, si deve effettuare il conteggio dei leucociti e della formula leucocitaria prima dell'inizio 
della terapia, ogni due settimane nel corso dei primi 3 mesi di terapia con zofenopril, e 
periodicamente in seguito. Durante il trattamento, i pazienti devono essere istruiti a segnalare 
qualsiasi segno di infezione (ad es. mal di gola e febbre) quando si deve eseguire la conta della 
formula leucocitaria. Deve essere sospesa la somministrazione di zofenopril o altre terapie 
concomitanti (vedere paragrafo 4.5) se viene evidenziata o sospettata neutropenia (neutrofili meno 
di 1000/mm3). E' reversibile con la sospensione dell'ACE-inibitore. 
Psoriasi
Gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con psoriasi. 
Proteinuria
Proteinuria può verificarsi specialmente in pazienti con preesistente alterazione della funzionalità 
renale o a seguito di dosi relativamente alte di ACE-inibitori. I pazienti con preesistente patologia 
renale devono essere sottoposti ad un controllo delle proteine urinarie prima del trattamento (test 
con strisce reattive sulle prime urine del mattino) ed, in seguito, periodicamente. 
Pazienti diabetici
Nei pazienti diabetici già in terapia con antidiabetici orali o insulina, durante il primo mese di 
trattamento con un ACE inibitore i valori della glicemia devono essere monitorati con particolare 
attenzione (vedere paragrafo 4.5) 


Differenze etniche
Come con altri inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, zofenopril può essere meno 
efficace nel diminuire la pressione arteriosa nei soggetti di razza nera rispetto a quelli di altre razze. 
Idroclorotiazide
Compromissione renale
Nei pazienti con patologia renale, i diuretici tiazidici possono incrementare l'azotemia. Effetti 
cumulativi di questo principio attivo possono verificarsi in pazienti con funzionalità renale 
compromessa. Qualora si evidenzi una progressione della compromissione renale, indicata da un 
aumento dell'azoto non proteico, è necessario procedere ad una attenta rivalutazione della terapia, 
prendendo in considerazione anche la sospensione del diuretico. 
Compromissione epatica
I diuretici tiazidici devono essere somministrati con cautela nei pazienti con funzionalità epatica 
compromessa o patologia epatica progressiva, poiché lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico 
possono portare al coma epatico. 
Effetti metabolici ed endocrini
La terapia con diuretici tiazidici può alterare la tolleranza al glucosio. Possono rendersi necessari 
aggiustamenti del dosaggio dell'insulina o degli ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5). 
Durante la terapia con diuretici tiazidici può divenire clinicamente manifesto un diabete mellito 
latente. 
Incrementi nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia con diuretici 
tiazidici. La terapia con diuretici tiazidici può portare ad iperuricemia e/o gotta in certi pazienti. 
Squilibrio elettrolitico
Come per ogni paziente sottoposto a terapia diuretica, la determinazione periodica degli elettroliti 
sierici deve essere effettuata ad opportuni intervalli. 
I diuretici tiazidici, inclusa l'idroclorotiazide, possono provocare squilibri idro-elettrolitici 
(ipokaliemia, iponatremia ed alcalosi ipocloremica). Spie di uno squilibrio idro-elettrolitico sono: 
secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolori muscolari e crampi, 
debolezza muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea e 
vomito. 
Sebbene in corso di terapia con diuretici tiazidici possa verificarsi ipokaliemia, la terapia 
concomitante con zofenopril può ridurre l'ipokaliemia indotta dal diuretico. Il rischio di ipokaliemia 
è maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti che vanno incontro ad una sostenuta diuresi, 
in pazienti che non ricevono un adeguato apporto dietetico di elettroliti e in pazienti che ricevono 
terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5). 
Iponatriemia da diluizione può verificarsi in pazienti edematosi nella stagione calda. Il deficit di 
cloruri è generalmente lieve e di solito non richiede trattamento. 


I diuretici tiazidici possono diminuire l'escrezione renale di calcio e possono causare un aumento 
lieve ed intermittente del calcio sierico in assenza di disfunzioni note nel metabolismo del calcio. 
Una marcata ipercalcemia può essere espressione di un iperparatiroidismo non diagnosticato. E' 
necessario interrompere la somministrazione di diuretici tiazidici prima di effettuare gli esami della 
funzionalità paratiroidea. 
E' stato dimostrato che i diuretici tiazidici aumentano l'escrezione urinaria di magnesio, con 
possibile conseguente ipomagnesiemia. 
Lupus eritematosus
L'esacerbazione o l'attivazione di lupus eritematoso sistemico è stata riportata in concomitanza con 
l'uso di diuretici tiazidici. 
Test anti-doping
L'idroclorotiazide contenuta in questo farmaco può portare ad un risultato positivo al test anti-
doping. 
Altre
Reazioni di sensibilizzazione possono verificarsi in pazienti con o senza storia clinica di allergia o 
asma bronchiale. 
Combinazione ZOfenopril/Idroclorotiazide
Oltre alle avvertenze relative ai monocomponenti, si devono tener presenti anche le seguenti: 
Gravidanza
L'impiego di Zantipride non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere 
paragrafo 4.6) 
Pazienti con insufficienza renale
In considerazione dell'effetto di zofenopril e dell'idroclorotiazide nei pazienti con funzionalità 
renale compromessa, Zantipride non deve essere somministrato ai pazienti con insufficienza renale 
da moderata a grave (clearance della creatinina <45 mL/min). 
Rischio di ipokaliemia
La combinazione di un ACE inibitore con un diuretico tiazidico non esclude la possibilità che si 
verifichi ipokaliemia. Deve essere effettuato un regolare monitoraggio del potassio sierico. 
Intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi, malassorbimento di glucosio-galattosio
Questo prodotto contiene lattosio. Il farmaco non deve essere assunto da pazienti con rari problemi 
ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-
galattosio. 


04.5 Interazioni - 
Zofenopril
Associazioni non raccomandate
Diuretici risparmiatori di potassio o supplementi di potassio
Gli ACE-inibitori riducono la perdita di potassio indotta dai diuretici. I diuretici risparmiatori di 
potassio, ad es. spironolattone, triamterene, o amiloride, i supplementi di potassio o i sostituti del 
sale contenenti potassio possono portare a significativi aumenti del potassio sierico. Se l'uso 
concomitante è indicato a causa di ipokaliemia accertata, devono essere usati con cautela e con un 
frequente controllo del potassio sierico e dell'ECG (vedere paragrafo 4.4). 
Associazioni che richiedono cautela
Diuretici (diuretici tiazidici o diuretici dell'ansa)
Un precedente trattamento con elevate dosi di diuretici può portare a deplezione di liquidi e al 
rischio di ipotensione all'inizio della terapia con zofenopril (vedere paragrafo 4.4). Gli effetti 
ipotensivi possono essere ridotti con la sospensione del diuretico, con l'incremento nell'apporto di 
liquidi e sali o iniziando la terapia con una dose bassa di zofenopril. 
Anestetici
Gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici. 
Narcotici/Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Barbiturici
Può verificarsi ipotensione posturale. 
Altri farmaci antipertensivi (ad es. Beta-bloccanti, alfa-bloccanti, calcio-antagonisti)
Possono verificarsi effetti ipotensivi additivi o di potenziamento. Il trattamento con nitroglicerina ed 
altri nitrati, o altri vasodilatatori, deve essere condotto con cautela. 
Cimetidina
Può potenziare il rischio ipotensivo. 
Ciclosporina
Aumento del rischio di disfunzione renale con l'uso concomitante di ACE-inibitori. 
Allopurinolo, procainamide, agenti citostatici o immunosoppressivi
Aumento del rischio di reazioni di ipersensibilità con l'uso concomitante di ACE inibitori. I dati 
relativi ad altri ACE-inibitori indicano un aumento del rischio di leucopenia in caso di uso 
concomitante. 
Antidiabetici


Raramente gli ACE inibitori possono potenziare gli effetti ipoglicemizzanti dell'insulina e degli 
antidiabetici orali, come le sulfaniluree, nei diabetici. In tali casi può rendersi necessario ridurre la 
dose dell'antidiabetico durante il trattamento concomitante con ACE inibitori. 
Emodialisi con membrane da dialisi ad alto flusso
Aumento del rischio di reazioni anafilattoidi con l'uso concomitante di ACE-inibitori. 
Simpaticomimetici
Possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori; i pazienti devono essere attentamente 
monitorati per confermare l'ottenimento dell'effetto antipertensivo desiderato. 
Antiacidi
Riducono la biodisponibilità degli ACE-inibitori. 
Cibo
Può ridurre la velocità ma non la quantità assorbita di zofenopril. 
Altre interazioni 
Enzimi CYP
Non sono disponibili dati clinici sull'interazione di zofenopril con altre sostanze attive 
metabolizzate dagli enzimi CYP. Tuttavia, studi metabolici in vitro con zofenopril non hanno 
evidenziato interazioni potenziali con sostanze attive metabolizzate dagli enzimi CYP. 
Idroclorotiazide
Associazioni che richiedono cautela
Colestiramina e resine di colestipolo
L'assorbimento di idroclorotiazide viene compromesso dalla presenza di resine a scambio ionico. 
Dosi singole di colestiramina o resine di colestipolo si legano con idroclorotiazide e ne riducono 
l'assorbimento a livello del tratto gastrointestinale nella misura dell'85% e del 43%, 
rispettivamente. 
I diuretici sulfonamidici devono essere assunti almeno un'ora prima o da quattro a sei ore dopo 
l'assunzione di questi medicinali. 
Corticosteroidi, ACTH, amfotericina B (parenterale), carbenoxolone, lassativi stimolanti
Possono intensificare la deplezione elettrolitica, in particolare l'ipokaliemia nei casi di uso 
concomitante di idroclorotiazide. 
Sali di calcio


Un incremento dei livelli del calcio sierico, in conseguenza della diminuita escrezione, può 
verificarsi a seguito di somministrazione concomitante con diuretici tiazidici. 
Glicosidi cardiaci
L'ipokaliemia o l'ipomagnesiemia indotte dai diuretici tiazidici favoriscono l'insorgenza delle 
aritmie cardiache indotte da digitale. 
Farmaci associati a torsione di punta
A causa del rischio di ipokaliemia, si deve prestare attenzione alla somministrazione contemporanea 
di idroclorotiazide e farmaci associati a torsione di punta, come ad esempio alcuni antiaritmici, 
alcuni antipsicotici, o altri farmaci a rischio noto di induzione di torsione di punta. 
Amine pressorie (ad es. adrenalina)
Possibile riduzione della risposta alle amine pressorie, ma non sufficiente da precluderne la 
somministrazione con idroclorotiazide. 
Rilassanti muscolo-scheletrici, non depolarizzanti (ad es. tubocurarina)
Possibile potenziamento della responsività al miorilassante in caso di uso con idroclorotiazide. 
Amantadina
I diuretici tiazidici possono incrementare il rischio di effetti indesiderati causati dall'amantadina. 
Farmaci usati nel trattamento della gotta (probenecid, sulfinpirazone, allopurinolo)
L'aggiustamento del dosaggio del farmaco uricosurico può rendersi necessario in quanto 
l'idroclorotiazide può aumentare i livelli di acido urico sierico. Può essere necessario aumentare il 
dosaggio di probenecid o sulfinpirazone. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici 
può aumentare l'incidenza di reazioni di ipersensibilità all'allopurinolo. 
Altre interazioni
Interazioni con test di laboratorio
A causa degli effetti sul metabolismo del calcio, i diuretici tiazidici possono interferire con le prove 
di funzionalità paratiroidea. 
Combinazione Zofenopril/Idroclorotiazide
Oltre alle interazioni relative ai monocomponenti, si devono tener presenti anche le seguenti: 
Associazioni non raccomandate
Litio
L'uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità da litio incrementando 
ulteriormente il rischio di tossicità da litio dovuto all'uso congiunto degli ACE inibitori. 


Pertanto non è raccomandato l'uso di Zantipride in associazione con litio e deve essere effettuato un 
attento monitoraggio dei livelli sierici di litio qualora si renda necessaria la somministrazione 
concomitante. 
Esami di laboratorio
I diuretici tiazidici possono diminuire i valori di iodio legato alle proteine plasmatiche (PBI), in 
assenza di segni di disfunzione tiroidea. 
Associazioni che richieono cautela
Farmaci antinfiammatori non steroidei (incluso acido acetilsalicilico 3g/die)
La somministrazione di antinfiammatori non steroidei può ridurre l'effetto antipertensivo degli 
ACE-inibitori e dei diuretici. Inoltre, è stato riportato che i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un 
effetto additivo sull'aumento del potassio sierico, mentre la funzionalità renale può diminuire. 
Questi effetti sono in linea di principio reversibili e si verificano specialmente in pazienti con 
funzionalità renale compromessa. 
Raramente può verificarsi insufficienza renale acuta, in particolare nei pazienti con funzionalità 
renale compromessa, quali pazienti anziani o disidratati. 
Alcol
Potenzia l'effetto ipotensivo degli ACE-inibitori e di idroclorotiazide. 
Trimetoprim
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e diuretici tiazidici con trimetoprim aumenta i 
rischi di iperkaliemia. 

04.6 Gravidanza e allattamento - 
Gravidanza
Zantipride non deve essere impiegato nel primo trimestre di gravidanza. Se si sta pianificando una 
gravidanza o in caso di gravidanza accertata, il passaggio ad un farmaco alternativo deve essere 
iniziato il più presto possibile. Non sono stati condotti studi clinici controllati con ACE-inibitori 
nell'uomo, ma un numero limitato di casi esposti nel corso del primo trimestre non hanno 
manifestato malformazioni (vedere paragrafo 5.3). Zantipride è controindicato nel secondo e terzo 
trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). L'esposizione del feto agli ACE-inibitori durante il 
secondo e terzo trimestre di gravidanza è stata associata a ipotensione neonatale, insufficienza 
renale, malformazioni craniche o facciali e/o decesso. Viene inoltre riportato oligoidramnios nella 
madre conseguente alla diminuzione della funzionalità renale nel feto. In associazione con 
oligoidramnios sono stati riportati anche contratture degli arti, malformazioni cranio-facciali, 
ipoplasia polmonare e ritardo della crescita intrauterina. In caso di esposizione a Zantipride dal 
secondo trimestre di gravidanza si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e 
del cranio. 


I neonati esposti in utero agli ACE-inibitori devono essere attentamente controllati per il rischio di 
ipotensione, oliguria e iperkaliemia. 
I diuretici tiazidici attraversano la barriera placentare e sono presenti nel sangue del cordone 
ombelicale. Essi possono causare squilibri elettrolitici nel feto ed altre reazioni che si sono 
verificate negli adulti. Con la terapia tiazidica nella madre sono stati riportati casi di 
trombocitopenia neonatale, ittero fetale o neonatale. 
Allattamento
Zantipride è controindicato durante l' allattamento (vedere paragrafo 4.3). Zofenopril ed i diuretici 
tiazidici vengono escreti nel latte materno. L'uso di diuretici tiazidici durante l' allattamento è stato 
associato ad una diminuzione o addirittura alla soppressione della secrezione di latte ed ipokaliemia 
oltre al rischio di ipersensibilità a sulfonamide-derivati ed ittero nucleare. 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - 
Non sono stati condotti studi sull'effetto sulla capacità di guidare ed usare macchinari. Durante la 
guida di veicoli o l'uso di macchinari si deve ricordare che possono manifestarsi occasionalmente 
sonnolenza, vertigini o stanchezza. 

04.8 Effetti indesiderati - 
Negli studi clinici controllati che hanno coinvolto 597 pazienti randomizzati a ricevere zofenopril 
più idroclorotiazide non sono state osservate reazioni avverse specifiche per questa associazione. Le 
reazioni avverse sono state limitate a quelle precedentemente riportate con zofenopril calcio o 
idroclorotiazide. L'incidenza degli effetti indesiderati non ha mostrato alcuna correlazione con il 
sesso o l'età dei pazienti. 
La tabella seguente mostra tutte le reazioni avverse che sono state riportate durante gli studi clinici 
come almeno probabilmente-possibilmente legate al trattamento con zofenopril/idroclorotiazide 
30/12,5. Sono elencate per classe organo-sistema e classificate con indicazione della frequenza 
utilizzando la seguente convenzione: molto comuni (1/10); comuni (1/100, < 1/10); non comuni 
( 1/1.000, <1/100); rare (1/10.000, <1/1.000); molto rare (<1/10.000). 
Infezioni e infestazioni 
Non comuni: Infezione, bronchite, faringite. 
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione 
Non comuni Ipercolesterolemia, iperglicemia, iperlipemia, ipokaliemia, iperkaliemia, iperuricemia.
Disturbi psichiatrici 
Non comuni: Insonnia. 
Alterazioni del sistema nervoso 
Comuni: Vertigini, cefalea. 
Non comuni: Sonnolenza, sincope, ipertonia. 
Alterazioni cardiache 
Non comuni: Angina pectoris, fibrillazione atriale, infarto miocardico, palpitazioni. 


Alterazioni del sistema vascolare 
Non comuni: vampate di calore, ipotensione, ipertensione. 
Alterazioni dell'apparato respiratorio 
Comuni: Tosse. 
Non comuni: Dispnea. 
Alterazioni dell'apparato gastrointestinale 
Non comuni: Nausea, dispepsia, gastrite, gengivite, secchezza delle fauci, dolore addominale. 
Alterazioni della cute 
Non comuni: Edema angioneurotico, psoriasi, acne, secchezza della cute, prurito, orticaria. 
Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico 
Non comuni: Mal di schiena. 
Alterazioni renali e delle vie urinarie 
Non comuni: Poliuria. 
Disordini generali 
Non comuni: Astenia, stati simil-influenzali, edema periferico. 
Disordini del sistema riproduttivo e della mammella 
Non comuni: Disfunzione erettile. 
Indagini diagnostiche 
Non comuni: Aumento della creatinina, alterazione dei test di funzionalità epatica. 
Ulteriori informazioni sulle singole componenti:
Durante il trattamento con Zantipride possono manifestarsi le reazioni avverse che sono note per 
ciascuna componente somministrata come monoterapia: 
Zofenopril
Gli effetti indesiderati più comuni tipici degli ACE-inibitori che si sono manifestati negli studi 
clinici nei pazienti trattati con zofenopril sono i seguenti: 
Alterazion del sistema nervoso
comuni: vertigini, cefalea; 
Alterazioni dell'apparato respiratorio
comuni: tosse; 
Alterazioni dell'apparato gastrointestinale: 
comuni: nausea/vomito; 
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo
non comuni: eruzioni cutanee rari: angioedema 
Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico
non comuni: crampi muscolari; 


Disordini generali
comuni: affaticamento, astenia. 
Sono state osservate le seguenti reazioni avverse associate alla terapia con ACE-inibitori: 
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico: in pochi pazienti sono state riportate diminuzione 
dell'emoglobina, dell'ematocrito, delle piastrine e della conta dei globuli bianchi. Ciò comprende 
agranulocitosi e pancitopenia. Sono stati riportati casi di anemia emolitica in pazienti con deficit di 
glucosio-6-fosfato deidrogenasi. 
Alterazioni del sistema nervoso/disturbi psichiatrici: occasionalmente cefalea, vertigini, raramente 
depressione, alterazioni dell'umore, disturbi del sonno, parestesie, disfunzioni erettili, disturbi 
dell'equilibrio, stati confusionali, tinnito, vista offuscata e disgeusia. 
Alterazioni cardiache e del sistema vascolare: è stata osservata ipotensione grave dopo l'inizio 
della terapia o l'incremento della dose. L'ipotensione insorge soprattutto in alcuni gruppi a rischio 
(vedi Avvertenze speciali ed opportune precauzioni d'impiego). Possono insorgere sintomi quali 
vertigini, senso di debolezza, disturbi visivi, raramente con perdita di coscienza (sincope). 
Sono stati riportati casi individuali di tachicardia, palpitazioni, aritmia, angina pectoris, infarto 
miocardico, attacchi ischemici transitori ed emorragia cerebrale per gli ACE-inibitori in 
associazione con ipotensione. 
Raramente sono state riportate vampate di calore. 
Molto raramente sono stati riportati edema periferico, ipotensione ortostatica e dolore toracico. 
Alterazioni dell'apparato respiratorio: è stato documentato che gli ACE-inibitori possono indurre 
la tosse in un numero significativo di pazienti. Raramente sono stati riportati dispnea, sinusite, 
rinite, bronchite e broncospasmo. In casi isolati l'edema angioneurotico ha causato una ostruzione 
respiratoria fatale, interessando le vie respiratorie superiori. 
Alterazioni dell'apparato gastrointestinale e del sistema epatobiliare: raramente glossite, 
occasionalmente nausea, dolore addominale, vomito, diarrea, costipazione e secchezza della bocca. 
Sono stati descritti casi individuali di ittero colestatico, epatite, pancreatite e ileo in associazione 
con ACE-inibitori. 
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: in un piccolo sottogruppo di pazienti gli ACE-
inibitori sono stati associati all'insorgenza di edema angioneurotico con interessamento del viso e 
dei tessuti orofaringei. Occasionalmente si possono verificare reazioni allergiche e di ipersensibilità 
come eruzioni cutanee prurito, orticaria, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, 
necrolisi epidermica tossica, eruzioni cutanee simil-psoriasiche, alopecia. Queste reazioni possono 
essere accompagnati da febbre, mialgia, artralgia, eosinofilia e/o incrementi dei titoli-ANA. 
Raramente è stato riportato un aumento della sudorazione. 
Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico: occasionalmente si possono verificare mialgia e 
crampi muscolari. 


Alterazioni renali: si può presentare o intensificare insufficienza renale. È stata riportata 
insufficienza renale acuta (vedi Avvertenze speciali ed opportune precauzioni d'impiego ). 
Raramente si sono manifestati disturbi della minzione. 
Disordini generali: occasionalmente è stato riportato affaticamento. 
Indagini diagnostiche: possono verificarsi aumenti della creatininemia e dell'urea plasmatica, 
reversibili con l'interruzione della terapia, soprattutto in presenza di insufficienza renale, grave 
insufficienza cardiaca e ipertensione renovascolare. Inoltre sono stati riportati aumenti dei livelli 
sierici degli enzimi epatici e della bilirubina. 
Idroclorotiazide
Gli eventi avversi riportati con l' uso di idroclorotiazide in monoterapia includono: 
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico: leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, 
trombocitopenia, anemia aplastica, anemia emolitica, depressione del midollo osseo. 
Disturbi psichiatrici: disturbi del sonno, depressione. 
Alterazioni del sistema nervoso: irrequietezza, sensazione di testa vuota, vertigini, parestesia. 
Disturbi oculari: xantopsia, visione offuscata transitoria. 
Alterazioni cardiache: aritmia cardiaca. 
Alterazioni del sistema vascolare: ipotensione posturale. 
Alterazioni dell'apparato respiratorio: distress respiratorio (incluso polmonite e edema polmonare). 
Alterazioni dell'apparato gastrointestinale: anoressia, perdita dell'appetito, irritazione gastrica, 
diarrea, costipazione, sialoadenite, pancreatite. 
Alterazioni dell'apparato epatobiliare: ittero (ittero colestatico intraepatico). 
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni di fotosensibilità, eruzioni cutanee 
transitorie, reazioni simil-lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo, 
orticaria, angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea), reazioni anafilattiche, necrolisi 
epidermica tossica. 
Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico: spasmi muscolari, debolezza. 
Alterazioni renali e delle vie urinarie: disfunzioni renali, nefrite interstiziale. 
Disordini generali: febbre. 
Indagini diagnostiche: iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (compreso 
iponatremia e ipokaliemia), aumento di colesterolo e trigliceridi. 


04.9 Sovradosaggio - 
I sintomi di sovradosaggio sono ipotensione grave, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici 
e insufficienza renale. 
Il trattamento è sintomatico e di supporto. In caso di assunzione eccessiva, il paziente deve essere 
tenuto sotto stretta osservazione, preferibilmente in un reparto di terapia intensiva. Si devono 
controllare frequentemente gli elettroliti sierici e la creatinina. Le misure terapeutiche dipendono 
dalla natura e dalla gravità della sintomatologia. Se l'ingestione è avvenuta di recente, possono 
essere attuati provvedimenti volti a prevenire l'assorbimento, quali lavanda gastrica e 
somministrazione di agenti adsorbenti e di solfato di sodio. Se si manifesta ipotensione, il paziente 
deve essere messo in posizione di sicurezza ed è da valutare se sia opportuno utilizzare con cautela 
dei plasma expanders e/o somministrare angiotensina II. La bradicardia o le reazioni vagali 
consistenti devono essere trattate mediante somministrazione di atropina. Può essere preso in 
considerazione l'applicazione di un pacemaker. Gli ACE-inibitori possono essere eliminati dal 
circolo ematico mediante emodialisi. Si deve evitare l'uso di membrane di poliacrilonitrile ad alto 
flusso. 
Il sovradosaggio con idroclorotiazide si associa a deplezione elettrolitica (ipokaliemia, ipocloremia) 
e a disidratazione conseguenti ad una eccessiva diuresi. I segni ed i sintomi di sovradosaggio più 
comuni sono nausea e sonnolenza. L'ipokaliemia può determinare spasmi muscolari e/o accentuare 
aritmie cardiache associate all'uso concomitante di glicosidi digitalici o di alcuni farmaci 
antiaritmici. 

05.0 PROPRIETA' FARMACOLOGICHE - 
05.1 Proprietà farmacodinamiche - 
Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori e diuretici 
Codice ATC: C09BA15
Compresse di zofenopril e idroclorotiazide in combinazione
Zantipride è una combinazione a dose fissa contenente zofenopril, un inibitore dell'enzima di 
conversione dell'angiotensina (ACE) e idroclorotiazide, un diuretico tiazidico. Le due componenti 
hanno modi di azione complementari ed esercitano un effetto antipertensivo additivo. 
Zofenopril è un ACE-inibitore sulfidrilico che agisce bloccando l'enzima che catalizza la 
conversione dell'angiotensina I nel peptide vasocostrittore angiotensina II, e quindi porta ad un 
abbassamento dell'attività vasopressoria e ad una riduzione della secrezione di aldosterone. 
Quest'ultima diminuzione può determinare un incremento della concentrazione di potassio sierico, 
insieme a perdita di sodio e di liquidi. La riduzione del feedback negativo dell'angiotensina II sulla 
secrezione della renina porta ad un aumento dell'attività della renina plasmatica. 
Il meccanismo con il quale zofenopril riduce la pressione arteriosa è ritenuto essere principalmente 
la soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. L'enzima di conversione 
dell'angiotensina (ACE) è identico alla kininasi II, un enzima che degrada la bradichinina, un 


potente peptide vasodilatatore che sembra avere un ruolo nell'effetto terapeutico degli ACE-
inibitori. 
Idroclorotiazide è un agente diuretico e antipertensivo. Agisce sul meccanismo del riassorbimento 
degli elettroliti a livello del tubulo renale distale. Idroclorotiazide aumenta l'escrezione di sodio e 
cloruro in quantità approssimativamente equivalenti. La natriuresi può essere accompagnata dalla 
perdita di potassio e bicarbonato. Presumibilmente tramite il blocco del sistema renina-
angiotensina-aldosterone, la co-somministrazione di zofenopril tende a controbilanciare la perdita di 
potassio associata a questi diuretici. Con idroclorotiazide, la diuresi comincia entro 2 ore, raggiunge 
il picco in circa 4 ore e dura per 6-12 ore circa. 

05.2 Proprietà farmacocinetiche - 
La somministrazione concomitante di zofenopril e idroclorotiazide ha scarso o nessun effetto sulla 
biodisponibilità di entrambe le sostanze attive. La compressa della combinazione è bioequivalente 
alla somministrazione contemporanea della due singole componenti separatamente. 
Zofenopril
Zofenopril è un profarmaco, in quanto l'inibitore attivo è lo zofenoprilato, ovvero la molecola con il 
gruppo sulfidrile libero, derivante dalla idrolisi del legame tio-estere. 
Assorbimento
Zofenopril viene rapidamente e completamente assorbito per via orale e subisce una conversione in 
zofenoprilato pressoché completa, raggiungendo il picco di livelli ematici dopo 1,5 ore 
dall'assunzione di una dose orale di zofenopril. La cinetica di una dose singola risulta lineare in 
range posologico compreso tra 10 e 80 mg di zofenopril e non si verifica nessun accumulo dopo la 
somministrazione di 15-60 mg di zofenopril per 3 settimane. La presenza di cibo nel tratto 
gastrointestinale riduce la velocità ma non la quantità dell'assorbimento e le AUC di zofenoprilato 
sono pressoché identiche sia a digiuno che non. 
Distribuzione 
Una dose radiomarcata misurata ex-vivo di zofenopril si lega alle proteine plasmatiche per circa 
l'88% ed il volume di distribuzione allo steady-state è di 96 litri. 
Metabolismo 
Otto metaboliti, responsabili del 76% della radioattività urinaria, sono stati identificati nelle urine 
umane dopo assunzione di una dose radiomarcata di zofenopril. Il principale metabolita è 
zofenoprilato (22%), il quale viene metabolizzato seguendo varie vie, inclusa la glicurono-
coniugazione (17%), la ciclizzazione e glicurono-coniugazione (13%), la coniugazione con cisteina 
(9%) e la S-metilazione del gruppo tiolico (8%). 
Escrezione 
Zofenoprilato radiomarcato somministrato per via endovenosa viene eliminato nelle urine (76%) e 
nelle feci (16%), mentre dopo somministrazione di una dose orale di zofenopril radiomarcato il 


69% ed il 26% della radioattività viene trovato rispettivamente nelle urine e nelle feci, indicando 
una doppia via di eliminazione (reni e fegato). L'emivita di zofenoprilato è 5,5 ore e la clearance 
totale è 1300 ml/min dopo somministrazione orale di zofenopril. 
Farmacocinetica negli anziani
Negli anziani con funzionalità renale normale non sono necessari aggiustamenti posologici. 
Farmacocinetica nella disfunzione renale
Sulla base del confronto dei principali parametri di farmacocinetica di zofenoprilato misurati dopo 
somministrazione orale di zofenopril radiomarcato, i pazienti con compromissione renale lieve 
(clearance della creatinina >45 e <90 ml/min) eliminano zofenopril dall'organismo alla stessa 
velocità dei soggetti normali (clearance della creatinina > 90 ml/min). 
Nei pazienti con compromissione renale da moderata a grave (7-44 ml/min), la velocità di 
eliminazione si riduce di circa il 50% del normale. 
Nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale e sottoposti ad emodialisi o a dialisi 
peritoneale, la velocità di eliminazione si riduce al 25% del normale. 
Farmacocinetica nella disfunzione epatica
I valori di Cmax e Tmax per zofenoprilato nei pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata 
dopo dose singola di zofenopril radiomarcato sono gli stessi osservati nei soggetti normali. Tuttavia, 
i valori di AUC nei pazienti cirrotici risultano circa il doppio di quelli ottenuti per i soggetti 
normali, ciò indica che la dose iniziale di zofenopril per i pazienti con disfunzione epatica da lieve a 
moderata deve essere la metà di quella somministrata ai pazienti con funzionalità epatica normale. 
Non ci sono dati di farmacocinetica per zofenopril e zofenoprilato nei pazienti con disfunzione 
epatica grave, quindi zofenopril è controindicato in questi pazienti. 
Idroclorotiazide
Assorbimento
Idroclorotiazide dopo somministrazione orale è ben assorbita (65-75%). Le concentrazioni 
plasmatiche sono correlate linearmente alla dose somministrata. L'assorbimento di idroclorotiazide 
dipende dal tempo di transito intestinale, aumenta quando il tempo di transito intestinale è lento, ad 
esempio quando somministrata insieme al cibo. Monitorando i livelli plasmatici per almeno 24 ore, 
si è osservato che l'emivita plasmatica varia da 5,6 a 14,8 ore ed i livelli di picco plasmatico sono 
stati osservati entro 1-5 ore dopo la somministrazione. 
Distribuzione 
I diuretici tiazidici sono largamente distribuiti nei fluidi corporei e si legano ampiamente (92%) alle 
proteine plasmatiche, in particolare all'albumina, ed in questo i diuretici tiazidici sostituiti si 
dimostrano quelli a più alto legame. Ciò determina una minore clearance renale rispetto ai primi 
composti ed una durata di azione più prolungata. Non è stata dimostrata alcuna relazione tra i livelli 
plasmatici di idroclorotiazide ed il grado di riduzione della pressione arteriosa. 


Escrezione 
Idroclorotiazide viene eliminata principalmente per via renale. La maggior parte del diuretico 
tiazidico viene escreta nelle urine immodificata e oltre il 95 % di idroclorotiazide si ritrova 
immutata nelle urine entro 3-6 ore dalla dose orale. Nei pazienti con patologia renale, le 
concentrazioni plasmatiche di idroclorotiazide aumentano e l'emivita di eliminazione è prolungata. 
Idroclorotiazide attraversa la barriera placentare ma non quella ematoencefalica. 

05.3 Dati preclinici di sicurezza - 
La combinazione fissa zofenopril/idroclorotiazide non ha dimostrato rischi particolari per l'uso 
umano, sulla base di studi di tossicità acuta, di tossicità da dose ripetuta e di genotossicità. La 
tossicità riproduttiva della combinazione è stata studiata in ratti e conigli, e zofenopril ed 
idroclorotiazide non hanno dimostrato di essere teratogenici. Tuttavia, in ratti e conigli in stato di 
gravidanza la combinazione ha aumentato marcatamente la tossicità materna indotta dal solo 
zofenopril. 
Studi di carcinogenicità non sono stati condotti con la combinazione zofenopril/idroclorotiazide. 
Studi di carcinogenicità condotti nei topi e nei ratti con il solo zofenopril non hanno mostrato 
evidenza di carcinogenicità. 

06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - 
06.1 Eccipienti - 
Nucleo della compressa:
cellulosa microcristallina; 
lattosio monoidrato; 
amido di mais; 
ipromellosa; 
silice colloidale anidra; 
magnesio stearato. 
Rivestimento:
Opadry Rosa 02B24436: 
ipromellosa; 


diossido di titanio (E 171); 
macrogol 400; 
ferro ossido rosso (E 172); 
macrogol 6000. 

06.2 Incompatibilità - 
Non pertinente. 

06.3 Periodo di validità - 
3 anni. 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - 
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C. 

06.5 Natura e contenuto della confezione - 
Blister in PVDC/PVC/Alluminio 
Confezioni da: 14, 28, 30, 50, 56 e 100 compresse rivestite con film. 

06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - 
Nessuna istruzione particolare. 

07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE 
ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - 

F.I.R.M.A. S.p.A ­ Via di Scandicci, 37 - Firenze 


08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE 
IN COMMERCIO - 

14 compresse rivestite con film - AIC n. 036824011/M 
28 compresse rivestite con film - AIC n. 036824023/M 
30 compresse rivestite con film - AIC n. 036824035/M 
50 compresse rivestite con film - AIC n. 036824047/M 
56 compresse rivestite con film - AIC n. 036824050/M 
100 compresse rivestite con film - AIC n. 036824062/M 

09.0 REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO - 
----- 

10.0 DATA DELLA PRIMA 
AUTORIZZAZIONE/RINNOVO 
DELL'AUTORIZZAZIONE - 

Data della prima autorizzazione: Aprile 2006 

11.0 TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - 
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12.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - 
01/06/2007