Fosamax 70 mg

Da Wikifarmaco.
Versione del 3 set 2014 alle 23:14 di Hadihajar (Discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Avvertenze.png
Questa voce ha solo scopo illustrativo e non sostituisce il parere di un medico: leggi le avvertenze.

1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

FOSAMAX 70 mg compresse

2 COMPOSIZIONE

Una compressa contiene l’equivalente di acido alendronico 70 mg, come alendronato sodico triidrato 91,37 mg.

Eccipienti:

Ogni compressa contiene 113,4 mg di lattosio anidro.


Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere il foglio illustrativo

3 FORMA FARMACEUTICA

Compresse.

Compresse di colore bianco, di forma ovale, con inciso il contorno dell’immagine di un osso da un lato e “31” dall’altro.

4.1 INDICAZIONI

Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. Fosamax riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.

4.2 POSOLOGIA

Il dosaggio raccomandato è di una compressa da 70 mg in monosomministrazione settimanale. Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi. La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali di Fosamax, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.


Per ottenere un adeguato assorbimento dell’alendronato:

Fosamax deve essere deglutito almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o farmaco della giornata insieme solo ad acqua di rubinetto. E’ probabile che altre bevande (inclusa l'acqua minerale), alimenti e alcuni farmaci riducano l'assorbimento di alendronato (vedere paragrafo 4.5).


Per facilitare il rilascio a livello gastrico e ridurre la possibilità di irritazione/eventi indesiderati locali ed esofagei (vedere paragrafo 4.4):

  • Fosamax deve essere deglutito solo dopo essersi alzati dal letto per iniziare la giornata, con un bicchiere colmo d’acqua di rubinetto (non meno di 200 ml).
  • Il paziente deve deglutire Fosamax solo intero. Il paziente non deve frantumare o masticare o sciogliere in bocca la compressa, a causa del rischio potenziale che si verifichino ulcerazioni orofaringee.
  • Il paziente non deve distendersi fintanto che non abbia mangiato qualcosa, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa.
  • Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minuti dopo aver assunto Fosamax.
  • Fosamax non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata.


I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina D se l’introito dietetico non è adeguato (vedere paragrafo 4.4).

Uso negli anziani: negli studi clinici non è stata dimostrata nessuna differenza legata all’età nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato. Non è pertanto necessario alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti anziani.

Uso in caso di alterazione della funzione renale: non è necessario aggiustare il dosaggio nei pazienti con GFR (velocità di filtrazione glomerulare) maggiore di 35 ml/min. L’alendronato non è raccomandato in pazienti con funzione renale compromessa quando la GFR è minore di 35 ml/min, in quanto non sono disponibili informazioni in proposito.

Pazienti pediatrici: l'uso dell'alendronato sodico non è raccomandato in bambini di età inferiore a 18 anni a causa dei dati insufficienti sulla sicurezza e sull'efficacia nelle condizioni associate con l'osteoporosi pediatrica (vedere anche paragrafo 5.1).


Fosamax 70 mg non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta dai glucocorticoidi.

4.3 CONTROINDICAZIONI

  • Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi e acalasia.
  • Impossibilità a stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti.
  • Ipersensibilità all’alendronato o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Ipocalcemia.
  • Vedere anche paragrafo 4.4.

4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI

L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastro-intestinale superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3). In pazienti con esofago di Barrett già noto, i medici prescrittori devono valutare i benefici ed i rischi potenziali dell'alendronato su base individuale.


In pazienti in trattamento con alendronato sono state riportate reazioni indesiderate a carico dell’esofago (alcune gravi e con necessità di ospedalizzazione) quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi.


Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. E’ molto importante che il paziente conosca e comprenda bene le modalità di assunzione del farmaco (vedere paragrafo 4.2). Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, può aumentare il rischio di problemi esofagei.

Mentre in ampi studi clinici non è stato osservato un aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze.


L’osteonecrosi della mandibola, generalmente associata ad estrazione dentaria e/o ad infezione locale (inclusa osteomielite) è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi


pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.


Quando si valuta il rischio dell'individuo di sviluppare osteonecrosi della mandibola devono essere presi in considerazione i seguenti fattori di rischio:

  • potenza del bisfosfonato (massima per l'acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa
  • cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, fumo
  • un'anamnesi di malattia odontoiatrica, scarsa igiene orale, malattia periodontale, procedure odontoiatriche invasive e protesi dentarie con scarsa aderenza.


Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati orali in pazienti in condizione di salute dentale scadente deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive.


Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentaria, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinico del medico curante deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.


Durante il trattamento con i bifosfonati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a periodici controlli odontoiatrici, e a segnalare qualsiasi tipo di sintomo orale quale mobilità dentale, dolore, o gonfiore.


Nei pazienti trattati con bifosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari. Nell’esperienza post-marketing questi sintomi sono stati raramente gravi e/o hanno causato disabilità (vedere paragrafo 4.8). I tempi di esordio dei sintomi sono risultati variabili da un giorno a diversi mesi dall’inizio del trattamento. Nella maggior parte dei pazienti l’interruzione del trattamento ha dato luogo ad un sollievo dai sintomi. A seguito di una nuova somministrazione dello stesso farmaco o di un altro bisfosfonato, un sottogruppo di pazienti è andato incontro ad una ricaduta dei sintomi.


Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.


Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.


Durante l’esperienza post-marketing, ci sono state state rare segnalazioni di reazioni cutanee gravi incluse sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica.


I pazienti devono essere informati che in caso di mancata assunzione della dose settimanale di Fosamax 70 mg, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non si devono prendere due compresse lo stesso giorno ma si deve ricominciare ad assumere una compressa una volta a settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza.


Non si raccomanda l'uso di alendronato in pazienti con compromissione della funzione renale quando la GFR è minore di 35 ml/min (vedere paragrafo 4.2).


Si devono considerare con attenzione cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall'età.


L'ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con alendronato (vedere paragrafo 4.3). Anche altri disordini riguardanti il metabolismo minerale (come una carenza di vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati adeguatamente. In pazienti affetti da queste condizioni cliniche deve essere effettuato il monitoraggio dei livelli del calcio sierico e dell’ipocalcemia nel corso del trattamento con Fosamax.


A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sull’incremento della mineralizzazione dell’osso, possono verificarsi diminuzioni dei livelli sierici del calcio e del fosfato specialmente nei pazienti che assumono glucocorticoidi nei quali l'assorbimento del calcio può essere ridotto. Tali diminuzioni sono usualmente limitate ed asintomatiche. Vi sono state tuttavia rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, occasionalmente gravi e spesso a carico di pazienti con condizioni predisponenti (es.: ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento del calcio).


È particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e vitamina D in pazienti in terapia con glucocorticoidi.


Eccipienti

Questo farmaco contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo

farmaco.

4.5 INTERAZIONI

E' probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri farmaci per somministrazione orale, se assunti contemporaneamente all’alendronato, interferiscano con l'assorbimento di quest’ultimo. Di conseguenza, i pazienti devono lasciare trascorrere almeno 30 minuti dall'assunzione dell’alendronato prima dell’assunzione orale di qualsiasi altro farmaco (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Non si prevedono altre interazioni farmacologiche di rilevanza clinica. Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati somministrati estrogeni (intravaginali, transdermici o orali) durante il trattamento con l’alendronato. Non sono stati identificati eventi indesiderati attribuibili all’uso degli estrogeni durante il trattamento con l’alendronato.


Poiché l'uso di FANS è associato con irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante il trattamento concomitante con alendronato.


Sebbene non siano stati condotti studi specifici di interazione, negli studi clinici l’alendronato è stato usato con una vasta gamma di farmaci comunemente prescritti senza dare luogo ad eventi indesiderati di rilevanza clinica.

4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Uso durante la gravidanza

L’alendronato non deve essere usato in gravidanza. Non vi sono dati adeguati sull’uso di alendronato in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti sulla gravidanza, lo sviluppo embrio/fetale o lo sviluppo postnatale. L’alendronato ha causato distocia dovuta all’ipocalcemia nei ratti in gravidanza (vedere paragrafo 5.3).


Uso durante l’allattamento

Non è noto se l’alendronato viene escreto nel latte umano. L’alendronato non deve essere utilizzato durante l’allattamento.

4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Tuttavia, alcune reazioni avverse che sono state riportate con Fosamax possono in alcuni pazienti avere effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Le risposte individuali a Fosamax possono variare (vedere paragrafo 4.8).

4.8 EFFETTI INDESIDERATI

In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di Fosamax 70 mg in monosomministrazione settimanale (n519) e alendronato 10 mg/die (n370), sono risultati simili.


In due studi della durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle donne in post- menopausa (alendronato 10 mg: n196, placebo: n397) i profili globali di sicurezza di alendronato 10 mg/die e placebo sono risultati simili.


Gli eventi indesiderati segnalati dagli investigatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente correlati al farmaco sono presentati nella tabella che segue se si sono verificati in ≥1% per ciascun gruppo di trattamento nello studio ad un anno, oppure se si sono verificati in ≥1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die e ad un’incidenza superiore al placebo negli studi a tre anni:


Studio ad un anno Studi a tre anni

Fosamax

70 mg

(n 519)

%


Alendronato

10 mg/die

(n 370)

%

Alendronato

10 mg/die

(n 196)

%

Placebo

(n 397)


%

Gastro-intestinali

Dolore addominale

3,7
3,0
6,6
4,8

Dispepsia

2,7
2,2
3,6
3,5

Rigurgito acido

1,9
2,4
2,0
4,3

Nausea

1,9
2,4
3,6
4,0

Distensione addominale

1,0
1,4
1,0
0,8

Stipsi

0,8
1,6
3,1
1,8

Diarrea

0,6
0,5
3,1
1,8

Disfagia

0,4
0,5
1,0
0,0

Flatulenza

0,4
1,6
2,6
0,5

Gastrite

0,2
1,1
0,5
1,3

Ulcera gastrica

0,0
1,1
0,0
0,0

Ulcera esofagea

0,0
0,0
1,5
0,0

Muscoloscheletrici

muscoloscheletrico

(osseo, muscolare, articolare)

2,9
3,2
4,1
2,5

Crampi muscolari

0,2
1,1
0,0
1,0

Neurologici

Cefalea

0,4
0,3
2,6
1,5

Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del farmaco sono state riportate anche le seguenti esperienze avverse:


Molto comune (≥1/10), Comune (da ≥1/100 a <1/10), Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000), Molto raro (<1/10.000 inclusi i casi isolati)

Disturbi del sistema immunitario:

Raro: reazioni di ipersensibilità incluse orticaria e angioedema

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Raro: ipocalcemia sintomatica, spesso in associazione con condizioni predisponenti§

Patologie del sistema nervoso:

Comune: cefalea, capogiro†

Non comune: disgeusia†

Patologie dell'occhio:

Non comune: infiammazione dell'occhio (uveite, sclerite, o episclerite)

Patologie dell'orecchio e del labirinto:

Comune: vertigine†

Patologie gastrointestinali:

Comune: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido Non comune: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena†

Raro: stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP (sanguinamento, ulcere, perforazione) del tratto gastrointestinale

superiore§

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Comune: alopecia†, prurito

Non comune: eruzione cutanea, eritema

Raro: eruzione cutanea con fotosensibilità, reazioni cutanee gravi

inclusa la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi tossica epidermica‡

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

Molto comune: dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) che talvolta è grave†§

Comune: gonfiore delle articolazioni†

Raro: osteonecrosi della mandibola‡§; fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe

dei bifosfonati)⊥

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:

Comune: astenia†, edema periferico†

Non comune: sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e raramente febbre), tipicamente associati all’inizio

del trattamento†

§ Vedere paragrafo 4.4

†La frequenza negli studi clinici è stata simile sia nel gruppo trattato con farmaco che in quello trattato con placebo.

*Vedere paragrafi 4.2 e 4.4

‡Questa reazione avversa è stata identificata tramite il monitoraggio post-marketing. La frequenza di

“raro” è stata stimata in base a studi clinici rilevanti.

Riportate durante l’esperienza post-marketing.

4.9 SOVRADOSAGGIO

L'ipocalcemia, l'ipofosfatemia e gli eventi indesiderati del tratto gastrointestinale superiore, quali disturbi gastrici, pirosi gastrica, esofagite, gastrite o ulcera, possono essere la conseguenza di un sovradosaggio orale.

Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento di un sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o antiacidi che si legano all'alendronato. A causa del rischio di irritazione esofagea, non indurre il vomito e tenere il paziente rigorosamente con il busto eretto.


DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Gennaio 2013 </div>