Differenze tra le versioni di "Salazopyrin En"
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|title= Salazopyrin En (Sulfasalazina) | |title= Salazopyrin En (Sulfasalazina) | ||
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Versione delle 03:56, 21 mar 2014
Questa voce ha solo scopo illustrativo e non sostituisce il parere di un medico: leggi le avvertenze. |
Indice
- 1 1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
- 2 2 COMPOSIZIONE
- 3 3 FORMA FARMACEUTICA
- 4 4.1 INDICAZIONI
- 5 4.2 POSOLOGIA
- 6 4.3 CONTROINDICAZIONI
- 7 4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI
- 8 4.5 INTERAZIONI
- 9 4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
- 10 4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI
- 11 4.8 EFFETTI INDESIDERATI
- 12 4.9 SOVRADOSAGGIO
1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
SALAZOPYRIN EN 500 mg compresse gastroresistenti
2 COMPOSIZIONE
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: Sulfasalazina mg 500
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il foglio illustrativo.
3 FORMA FARMACEUTICA
Compresse gastroresistenti
4.1 INDICAZIONI
Colite ulcerosa: nel trattamento della colite ulcerosa di media e lieve gravità, come terapia aggiuntiva nella colite ulcerosa grave. Per la prevenzione delle ricadute della colite ulcerosa. Morbo di Crohn: specialmente nei pazienti con interessamento del colon. Artrite reumatoide.
4.2 POSOLOGIA
La posologia va regolata secondo la gravità della malattia e la tolleranza del paziente al medicinale.
Colite ulcerosa e morbo di Crohn:
inizialmente si consiglia di aumentare gradualmente la dose nei primi due giorni. Adulti: 2-4 compresse 4 volte al dì.
Bambini: 40-60 mg per chilo di peso corporeo nelle 24 ore. Suddivisi in 3-6 dosi. E' della massima importanza suddividere equamente le dosi. L'intervallo tra le dosi non deve eccedere le 8 ore durante il periodo notturno.
In casi acuti di colite e diarrea è preferibile cominciare con dosi massive raggiungendo un massimo di 16 compresse nelle 24 ore. In casi di nausea si deve ridurre la dose a metà e sospendere per 2 giorni il trattamento e ricominciare poi con dosi inizialmente ridotte. Il medicinale va somministrato per due settimane: quindi si sospende la cura per una settimana. Il risultato della terapia va controllato con la rettoscopia. Talvolta è necessario continuare il trattamento per parecchi mesi. Anche se la diarrea cessa dopo un paio di giorni, come spesso succede, la cura deve essere continuata fino a che gli esami rettoscopici siano soddisfacenti. In seguito basterà una terapia di mantenimento con dosi ridotte, per es. 4 compresse. Al più piccolo segno di ricaduta si deve aumentare immediatamente la dose.
Trattamento dell'artrite reumatoide che non ha risposto a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Lo schema posologico raccomandato è il seguente (n. compresse).
Settimana | 1^ | 2^ | 3^ | 4^ e successive |
cpr mattina | 1 | 1 | 2 | |
cpr sera | 1 | 1 | 2 | 2 |
4.3 CONTROINDICAZIONI
- Ipersensibilità al principio attivo, ai metaboliti della sulfasalazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti così come ai sulfamidici o ai salicilati.
- Insufficienza renale grave con iperazotemia.
- Epatopatie gravi.
- Tendenza accertata alle emorragie.
- Nei bambini sotto i 2 anni.
- All'ultimo stadio di gravidanza e durante il periodo di allattamento, poichè i sulfamidici passano la placenta e vengono escreti nel latte.
- Nei neonati i sulfamidici sono in competizione con la bilirubina nei punti di legame con le proteine plasmatiche e pertanto possono causare ittero grave con eritroblastosi.
- Pazienti con porfiria non devono essere trattati con sulfamidici in quanto possono precipitare un attacco acuto.
4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI
Prima di iniziare ad assumere le compresse di sulfasalazina e ogni seconda settimana durante i primi tre mesi di terapia, devono essere effettuati un emocromo completo con formula leucocitaria e la valutazione della funzionalità epatica. Nel trimestre successivo al primo, gli stessi test dovranno essere effettuati una volta al mese e in seguito una volta ogni tre mesi, e come da indicazione clinica.
La valutazione della funzionalità renale (compreso l’esame delle urine) deve essere effettuata in tutti i pazienti all’inizio del trattamento e almeno ogni mese per i primi tre mesi di terapia. In seguito i pazienti dovranno essere sottoposti a monitoraggio clinico specifico.
La presenza di sintomi clinici come mal di gola, febbre, pallore, porpora o ittero durante il trattamento con Salazopyrin EN può indicare mielosoppressione, emolisi, o epatotossicità. Il trattamento con Salazopyrin EN deve essere interrotto fino a quando non sono noti i risultati delle analisi del sangue.
Salazopyrin EN non deve essere somministrato nei pazienti con disfunzioni epatiche o renali o con discrasia ematica, a meno che il potenziale beneficio non risulti superiore al rischio.
Salazopyrin EN deve essere somministrato con cautela nei pazienti con allergie gravi o con asma bronchiale.
L’impiego di Salazopyrin EN in bambini affetti da artrite giovanile ad esordio sistemico può comportare la manifestazione di reazioni come malattia da siero; pertanto l’uso di Salazopyrin EN in questi pazienti non è raccomandato.
Salazopyrin EN inibisce l’assorbimento ed il metabolismo dell’acido folico e può pertanto determinare un deficit di acido folico (vedere paragrafo 4.6, Fertilità, gravidanza e allattamento) che può causare gravi patologie del sistema ematico (quali macrocitosi e pancitopenia).
Pazienti con deficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi vanno tenuti sotto stretta osservazione per segni di anemia emolitica.
Poiché Salazopyrin EN causa cristalluria e la formazione di calcoli renali, è necessario un’adeguato apporto di liquidi.
Con I'uso di Salazopyrin EN sono state segnalate molto raramente reazioni cutanee gravi potenzialmente letali comprese dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN).
I pazienti devono essere informati riguardo i segni e i sintomi e monitorati attentamente per le reazioni cutanee. II più alto rischio di insorgenza di SJS e TEN si ha nelle prime settimane di trattamento.
Se si verificano i sintomi e i segni di SJS e TEN (per esempio rash cutaneo progressivo spesso con vesciche o lesioni della mucosa) il trattamento con Salazopyrin EN deve essere sospeso.
I migliori risultati nella gestione della SJS e della TEN si ottengono con una diagnosi precoce e l’immediata interruzione della terapia con qualsiasi farmaco sospetto. Una precoce sospensione è associata ad una migliore prognosi.
Se il paziente ha sviluppato SJS o TEN con l'uso di Salazopyrin EN, Salazopyrin EN non deve essere più riutilizzato in questo paziente.
Sono state segnalate reazioni gravi e potenzialmente letali da ipersensibilità sistemica quali l’eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) in pazienti che assumevano vari tipi di farmaci compreso sulfasalazina. È importante tenere presente che le manifestazioni precoci di ipersensibilità, quali febbre o linfoadenopatia, potrebbero insorgere anche se l’eruzione da farmaci non è evidente. Se tali segni o sintomi clinici sono presenti, il paziente deve essere valutato immediatamente. La somministrazione di sulfasalazina deve essere sospesa qualora non sia possibile stabilire un’eziologia alternativa per i segni e sintomi clinici.
La sulfasalazina può causare una colorazione giallo-arancione dell'urina. E' stata anche riscontrata una colorazione simile della cute. Per la presenza del derivato salicilico, la terapia concomitante con anticoagulanti richiede un costante controllo medico.
4.5 INTERAZIONI
E' stato segnalato un ridotto assorbimento di folato e digossina se impiegati contemporaneamente a sulfasalazina. I livelli sierici di digossina sono risultati non terapeutici.
La sulfasalazina può interagire con farmaci per il trattamento del gozzo, con certi diuretici ed ipoglicemizzanti orali.
La sulfasalazina inibisce la tiopurina metiltransferasi (TPMT) e può indurre soppressione del midollo osseo e leucopenia, nei casi in cui viene somministrata insieme a tiopurina, 6-mercaptopurina o al suo profarmaco azatioprina.
La somministrazione concomitante di sulfasalazina e metrotexato per via orale in pazienti affetti da artrite reumatoide non altera la farmacocinetica di questi medicinali. Tuttavia, è stato riportato un aumento dell’incidenza degli eventi avversi gastrointestinali, soprattutto della nausea.
4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Studi sulla riproduzione condotti su ratti e su conigli non hanno evidenziato alcun danno per il feto. La sulfasalazina per via orale inibisce l’assorbimento ed il metabolismo dell’acido folico e può pertanto determinare un deficit di acido folico (vedere paragrafo 4.4, Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego). Sono stati segnalati casi di neonati con difetti del tubo neurale, la cui madre era stata esposta a sulfasalazina durante la gravidanza, sebbene il ruolo svolto dalla sulfasalazina in relazione a tali difetti non sia stato stabilito. Poiché la possibilità che vi sia un danno fetale non può essere completamente esclusa, Salazopyrin EN deve essere utilizzato durante la gravidanza solo in caso di effettiva necessità.
Allattamento
Sono stati riscontrati bassi livelli di sulfasalazina e di sulfapiridina nel latte materno.
Deve essere usata cautela in particolare nell’allattamento di neonati prematuri o con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G-6-PD). Nei bambini allattati al seno da madri che assumevano sulfasalazina sono stati riportati casi di sangue nelle feci o diarrea. Nei casi in cui tale esito è stato segnalato, gli episodi di sangue nelle feci o diarrea nei bambini si sono risolti dopo che le madri hanno interrotto la terapia con sulfasalazina.
Fertilità
Negli uomini trattati con Salazopyrin EN si possono verificare oligospermia ed infertilità. Tali effetti sembrano essere reversibili entro 2-3 mesi dalla sospensione del trattamento.
4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI
Non sono segnalati effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
4.8 EFFETTI INDESIDERATI
I più comuni collaterali effetti indesiderati dovuti al trattamento con sulfasalazina sono: nausea, inappetenza, disturbi gastrici ed occasionalmente lieve aumento della temperatura. Nella maggior parte dei casi il trattamento può essere continuato se la posologia viene diminuita oppure se la somministrazione viene sospesa per alcuni giorni e poi ripresa gradualmente fino a raggiungere i livelli terapeutici. La gastroprotezione consente di migliorare significativamente la tollerabilità di sulfasalazina.
I sulfamidici presentano certe similarità chimiche con alcuni farmaci per il trattamento del gozzo; con certi diuretici (acetazolamide ed i tiazidici) e farmaci ipoglicemizzanti per via orale. La comparsa di gozzo, l'aumento della diuresi ed ipoglicemia si sono manifestate raramente. Una sensibilizzazione crociata può esistere con questi farmaci. Nella valutazione delle complicazioni epatiche ed articolari si deve tener presente che queste sono spesso associate alla colite ulcerosa.
Nei pazienti trattati con Salazopyrin EN sono stati riscontrati i seguenti effetti indesiderati; all’interno di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità:
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA |
Frequenza |
|
Infezioni ed infestazioni |
Non nota |
Meningite senza infezione, colite pseudomembranosa |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Comune |
Leucopenia, porpora |
Non comune |
||
Non nota |
Pancitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica, macrocitosi, anemia megaloblastica, ipoprotrombinemia, meteglobinemia | |
Disturbi del sistema immunitario |
Non nota |
Anafilassi*, malattia da siero |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Comune |
Perdita dell’appetito |
Disturbi psichiatrici |
Non comune |
|
Non nota |
Insonnia, allucinazioni | |
Patologie del sistema nervoso |
Comune |
Capogiro, cefalea, patologie del gusto |
Non nota |
Encefalopatia, neuropatia periferica, patologie dell’olfatto, vertigini, emicranie, atassia, convulsioni, lesioni transitorie della colonna vertebrale, mielite trasversa | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto |
Comune |
Tinnitus |
Patologie cardiache |
Non nota |
Pericardite, cianosi, miocardite allergica |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Comune |
|
Non comune |
Dispnea | |
Non nota |
Malattia polmonare interstiziale*, infiltrazione eosinofila, alveolite fibrosante | |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune |
Sofferenza gastrica, nausea |
Comune |
Dolore addominale, crisi diarroica*, vomito* | |
Non nota |
Colite ulcerosa aggravata*, pancreatite, stomatite, disfunzioni dell’assorbimento di acido folico, epigastralgia, parotite | |
Patologie epatobiliari |
Non nota |
Insufficienza epatica*, epatite fulminante*, epatite** |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Comune |
|
Non comune |
||
Molto raro |
Sindrome di Steven Johnson**, necrolisi tossica epidermica (TEN) (sindrome di Lyell)** | |
Non nota |
Eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)***, esantemi, dermatite esfoliativa**, angiodema*, pustoloderma tossico, lichen planus, fotosensibilità, eritema, infezione congiuntivale o sclerale, edema periorbitale | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Comune |
Artralgia |
Non nota |
Lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjogren, periartrite nodosa | |
Patologie renali e urinarie |
Comune |
Proteinuria |
Non nota |
Sindrome nefrosica, nefrite interstiziale, presenza di sangue nelle urine, cristalluria** | |
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella |
Non nota |
Oligospermia reversibile** |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune |
|
Non comune |
Edema della faccia | |
Non nota |
Colorazione gialla della pelle e liquidi organici* | |
Esami diagnostici |
Non comune |
Aumento degli enzimi epatici |
Non nota |
Induzione di autoanticorpi | |
Classificazione della frequenza Molto comune ≥1/10; Comune da ≥1/100 a <1/10; Non comune da ≥1/1000 a <1/100; Raro da ≥1/10.000 a <1/1000; Molto raro <1/10.000; Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) * Intolleranza ai farmaci identificata dopo l’immissione in commercio **vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego). |
4.9 SOVRADOSAGGIO
Come per gli altri sulfonamidici i sintomi da sovradosaggio più comuni sono nausea e vomito. I pazienti con alterata funzionalità renale sono maggiormente esposti al rischio di gravi effetti tossici. Il trattamento è sintomatico e deve essere di supporto, inclusa l’alcalinizzazione delle urine. I pazienti devono essere tenuti sotto controllo per lo sviluppo di metemoglobinemia o sulfoemoglobinemia. Se questo si dovesse verificare, trattare in modo appropriato.
DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Maggio 2013