Differenze tra le versioni di "Antireumina"

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La somministrazione di ANTIREUMINA dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.
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Invitare il paziente a contattare il medico prima di associare qualsiasi altro farmaco. Vedere anche la voce “Interazioni”.
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Utilizzare con cautela in soggetti con insufficienza epatica o renale.
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Nei rari casi di reazioni allergiche la somministrazione deve essere sospesa. Questa  specialità  medicinale  non deve  essere  utilizzata  nei  bambini e  nei ragazzi di età inferiore a 16 anni (vedi controindicazioni).
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I soggetti di età superiore ai 70 anni di età, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico.
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Usare  con  estrema  cautela  e  sotto  stretto  controllo  durante  il  trattamento cronico con farmaci che possono determinare l’induzione delle monoossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per    esempio    [[rifampicina]],    [[cimetidina]],    [[antiepilettici]]    quali    glutetimide, [[fenobarbitale]], [[carbamazepina]]).
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Il    farmaco    può    interagire    con    [[anticoagulanti]],    uricosurici,    [[sulfaniluree]], [[ipoglicemizzanti]].
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La somministrazione del prodotto, a causa della presenza di [[paracetamolo]], può interferire con la determinazione dell’uricemia (mediante il metodo dell’acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio- ossidasi-perossidasi).
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L’impiego preoperatorio può ostacolare l’emostasi intraoperatoria.
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Gli studi clinici indicano che dosi di ASA fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico.
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::* Dosi di ASA 100-500 mg/die.
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Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio.
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::* Dosi di ASA 500 mg/die e oltre
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L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la [[gravidanza]]  e/o  lo  sviluppo  embrio/fetale.  Risultati  di  studi  epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime  fasi  della  [[gravidanza]].  Il  rischio  assoluto  di  malformazioni  cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta    con    la    dose    e    la    durata    della    terapia.    Negli    animali,    la somministrazione  di  inibitori  della  sintesi  di  prostaglandine  ha  mostrato  di provocare  un  aumento  della  perdita  di  pre  e  post-impianto  e  di  mortalità embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella    cardiovascolare,    è    stato    riportato    in    animali    a    cui    erano    stati somministrati    inibitori  di  sintesi  delle  prostaglandine,  durante  il  periodo organogenetico.
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Durante il primo e il secondo trimestre di [[gravidanza]], l’[[acido acetilsalicilico]] non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.
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Se l’[[acido acetilsalicilico]] è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di [[gravidanza]], la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.
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Durante  il  terzo  trimestre  di  [[gravidanza]],  tutti  gli  inibitori  della  sintesi  di prostaglandine possono esporre il feto a:
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::* disfunzione  renale,  che  può  progredire  in  insufficienza  renale  con  oligo- idroamnios;
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::* possibile    prolungamento    del    tempo    di    sanguinamento,    ed    effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
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::* inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio
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Possono manifestarsi disturbi gastro-enterici, [[vertigini]], eruzioni cutanee su base allergica.
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Per la presenza di [[acido acetilsalicilico]] possono manifestarsi anche disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), fenomeni emorragici, (epistassi, gengivorragia, ecc.), ritardo di parto e riduzione della conta piastrinica.
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Con l’uso di [[paracetamolo]] sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravità inclusi casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica. Sono state inoltre segnalate reazioni di  ipersensibilità quali ad esempio [[angioedema]], [[edema]] della laringe, shock anafilattico. Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: [[trombocitopenia]], [[leucopenia]], [[anemia]], [[agranulocitosi]], alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e [[vertigini]].
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Effetti indesiderati non descritti devono essere comunicati al proprio Medico o al Farmacista.
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==4.9 SOVRADOSAGGIO==
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In caso di sovradosaggio, per la presenza di [[paracetamolo]], si può provocare citolisi epatica, che può evolvere verso la necrosi massiva ed irreversibile.
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Per la presenza di caffeina, sempre per dosi elevate, si può verificare una sindrome  di  iperstimolazione  con  eccitazione,  [[insonnia]],  ronzii,  tremore muscolare, [[nausea]], [[vomito]], aumento della diuresi, [[tachicardia]], extrasistolia, scotoma.
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'''DATA DI REVISIONE DEL TESTO:''' Dicembre 2010
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[[Category:Farmaci]]

Versione delle 15:25, 10 mar 2014

Avvertenze.png
Questa voce ha solo scopo illustrativo e non sostituisce il parere di un medico: leggi le avvertenze.

1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

ANTIREUMINA

2 COMPOSIZIONE

Ogni compressa contiene:

Principi attivi:

Acido acetilsalicilico 275 mg

Paracetamolo 175 mg

Caffeina 25 mg

3 FORMA FARMACEUTICA

Compresse per uso orale.

4.1 INDICAZIONI

Trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

4.2 POSOLOGIA

Adulti: da 1 a 4 compresse al dì.

Non superare le dosi consigliate; in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.

Il prodotto va assunto a stomaco pieno.

4.3 CONTROINDICAZIONI

Ipersensibilità individuale accertata verso i componenti.

I prodotti a base di paracetamolo sono controindicati nei pazienti con manifesta insufficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi ed in quelli affetti da grave anemia emolitica.

Grave insufficienza epatocellulare.

Tendenza accertata alle emorragie. Gastropatie (es. ulcera gastroduodenale). Asma.

Terzo trimestre di gravidanza.

L’uso di questo medicinale è controindicato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore a sedici anni.

4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI

Non somministrare per oltre 3 giorni consecutivi senza consultare il medico. Inoltre va consultato il medico da parte di pazienti con disturbi gastrici o intestinali cronici o ricorrenti.


Durante il trattamento con paracetamolo prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poiché se il paracetamolo è assunto in dosi elevate si possono verificare gravi reazioni avverse.

L’uso di ANTIREUMINA, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi, è sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza.

La somministrazione di ANTIREUMINA dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.

Invitare il paziente a contattare il medico prima di associare qualsiasi altro farmaco. Vedere anche la voce “Interazioni”.

È sconsigliato l’uso del prodotto se il paziente è in trattamento con altri antiinfiammatori.

Utilizzare con cautela in soggetti con insufficienza epatica o renale.

Nei rari casi di reazioni allergiche la somministrazione deve essere sospesa. Questa specialità medicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di età inferiore a 16 anni (vedi controindicazioni).

I soggetti di età superiore ai 70 anni di età, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico.

4.5 INTERAZIONI

Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l’induzione delle monoossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimide, fenobarbitale, carbamazepina).

Il farmaco può interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfaniluree, ipoglicemizzanti.

La somministrazione del prodotto, a causa della presenza di paracetamolo, può interferire con la determinazione dell’uricemia (mediante il metodo dell’acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio- ossidasi-perossidasi).

L’impiego preoperatorio può ostacolare l’emostasi intraoperatoria.

4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza:

L'uso del prodotto è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza. Antireumina contiene acido acetilsalicilico (ASA).

Gli studi clinici indicano che dosi di ASA fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico.

  • Dosi di ASA 100-500 mg/die.

Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio.

  • Dosi di ASA 500 mg/die e oltre

L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.


Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.


Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.


Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

  • tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare)
  • disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo- idroamnios;

la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

  • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
  • inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio


Conseguentemente, l’acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI

Nessuno.

4.8 EFFETTI INDESIDERATI

Possono manifestarsi disturbi gastro-enterici, vertigini, eruzioni cutanee su base allergica.


Per la presenza di acido acetilsalicilico possono manifestarsi anche disturbi otovestibolari (ronzii, ecc.), fenomeni emorragici, (epistassi, gengivorragia, ecc.), ritardo di parto e riduzione della conta piastrinica.

Con l’uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravità inclusi casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica. Sono state inoltre segnalate reazioni di ipersensibilità quali ad esempio angioedema, edema della laringe, shock anafilattico. Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leucopenia, anemia, agranulocitosi, alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e vertigini.

Effetti indesiderati non descritti devono essere comunicati al proprio Medico o al Farmacista.

4.9 SOVRADOSAGGIO

In caso di sovradosaggio, per la presenza di paracetamolo, si può provocare citolisi epatica, che può evolvere verso la necrosi massiva ed irreversibile.

Per la presenza di caffeina, sempre per dosi elevate, si può verificare una sindrome di iperstimolazione con eccitazione, insonnia, ronzii, tremore muscolare, nausea, vomito, aumento della diuresi, tachicardia, extrasistolia, scotoma.


DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Dicembre 2010