Metoprololo generico
Questa voce ha solo scopo illustrativo e non sostituisce il parere di un medico: leggi le avvertenze. |
Indice
- 1 1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
- 2 2 COMPOSIZIONE
- 3 3 FORMA FARMACEUTICA
- 4 4.1 INDICAZIONI
- 5 4.2 POSOLOGIA
- 6 4.3 CONTROINDICAZIONI
- 7 4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI
- 8 4.5 INTERAZIONI
- 9 4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
- 10 4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI
- 11 4.8 EFFETTI INDESIDERATI
- 12 4.9 SOVRADOSAGGIO
1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
METOPROLOLO HEXAL
2 COMPOSIZIONE
METOPROLOLO HEXAL 100 mg compresse
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: metoprololo tartrato 100 mg.
Eccipienti: lattosio
METOPROLOLO HEXAL 200 mg compresse a rilascio prolungato
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: metoprololo tartrato 200 mg.
Eccipienti: lattosio
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il foglio illustrativo..
3 FORMA FARMACEUTICA
Compresse e compresse a rilascio prolungato per uso orale.
4.1 INDICAZIONI
Ipertensione arteriosa: sia in monoterapia che associato ad altri farmaci antipertensivi, preferibilmente saluretici e/o un vasodilatatore periferico.
Angina pectoris: profilassi a lungo termine delle crisi anginose. Per troncare le crisi anginose, si continuerà come sempre ad usare la trinitroglicerina.
Infarto miocardico conclamato o sospetto.
Turbe cardiache funzionali.
Trattamento profilattico dell’emicrania.
4.2 POSOLOGIA
Le compresse non devono essere masticate. Le compresse da 100 mg devono essere assunte a stomaco vuoto.
Si consiglia di individualizzare la posologia e di seguire il seguente schema posologico:
METOPROLOLO HEXAL 100 mg compresse: 100-200 mg al giorno, sia come somministrazione singola che in 2 dosi frazionate (mattina e pomeriggio). Se necessario, può essere prescritto un ulteriore antipertensivo. Nel caso di dosaggi giornalieri elevati la somministrazione in 2 dosi frazionate contribuisce a mantenere una buona tollerabilità.
METOPROLOLO HEXAL 200 mg compresse a rilascio prolungato: 1 compressa al mattino. Se necessario, può essere prescritto un ulteriore antipertensivo. Nelle forme leggere di ipertensione può essere sufficiente mezza compressa al mattino.
Angina pectoris
METOPROLOLO HEXAL 100 mg compresse: 100-200 mg al giorno, in 2 dosi frazionate. Se necessario, il dosaggio può essere elevato a 400 mg.
METOPROLOLO HEXAL 200 mg compresse a rilascio prolungato: ½-1 compressa al mattino; se necessario, la somministrazione può essere ripetuta alla sera.
Turbe del ritmo cardiaco
METOPROLOLO HEXAL 100 mg compresse: 100-150 mg, in 2-3 somministrazioni; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 300 mg.
Infarto miocardico
Il dosaggio raccomandato può essere adattato sulla base dello stato emodinamico del paziente.
La dose orale di mantenimento è 200 mg al giorno, in due dosi frazionate; il trattamento va continuato per almeno 3 mesi.
Turbe cardiache funzionali con palpitazioni
METOPROLOLO HEXAL 100 mg compresse: 100 mg al giorno, in somministrazione unica al mattino; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 200 mg, somministrati in due dosi refratte (mattino e sera).
METOPROLOLO HEXAL 200 mg compresse a rilascio prolungato: mezza compressa al giorno, al mattino; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 1 compressa, in somministrazione unica al mattino.
Prevenzione dell’emicrania
Come per le turbe cardiache funzionali con palpitazioni.
Bambini
Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di Metoprololo Hexal 100 mg compresse e Metoprololo Hexal 200 mg compresse a rilascio prolungato nei bambini.
4.3 CONTROINDICAZIONI
- Ipersensibilità al principio attivo e ai farmaci ad esso correlati, o ad uno qualsiasi degli eccipienti; ipersensibilità ad altri betabloccanti (può verificarsi sensibilità crociata tra betabloccanti)
- blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado
- insufficienza cardiaca scompensata
- bradicardia sinusale clinicamente rilevante (frequenza cardiaca inferiore a 45-50 battiti/minuto)
- sindrome del nodo del seno
- gravi disturbi del circolo periferico arterioso
- shock cardiogeno
- feocromocitoma non trattato (vedere paragrafo 4.4)
- ipotensione
- grave asma bronchiale o storia di grave broncospasmo
L’uso del metroprololo è controindicato in pazienti infartuati con frequenza cardiaca inferiore a 45-50 battiti/minuto, intervallo P-R superiore a 0,24 secondi, pressione sistolica inferiore a 100 mmHg e/o grave insufficienza cardiaca.
4.4 AVVERTENZE E PRECAUZIONI
Generalmente non si dovrebbero somministrare betabloccanti, incluso metoprololo, a pazienti con affezioni broncospastiche.
Tuttavia, grazie alla sua relativa cardioselettività, il metoprololo può essere somministrato con cautela a pazienti con malattie broncospastiche lievi o moderate nei casi in cui altri farmaci adatti non sono tollerati o si sono dimostrati inefficaci.
Poiché la β1-selettività non è assoluta, si dovrebbe somministrare contemporaneamente un β2-agonista ed usare la minima dose possibile di metoprololo.
Metorpololo Hexal deve essere usato con cautela in pazienti con diabete mellito, specialmente in quelli trattati con insulina o con ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5). I pazienti diabetici devono essere avvisati del fatto che i betabloccanti, incluso metoprololo, possono mascherare la tachicardia da ipoglicemia; comunque, altre manifestazioni dell'ipoglicemia, quali capogiri e sudorazione, possono non essere eliminati significativamente e la sudorazione può essere aumentata.
Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia non trattata (vedere paragrafo 4.3) non dovrebbero essere usati i betabloccanti, incluso metoprololo; si dovrebbe stabilizzare prima lo scompenso.
A causa del loro effetto negativo sulla conduzione atrioventricolare i betabloccanti, incluso metoprololo, dovrebbero essere usati solo, con cautela, nei pazienti con blocco atrioventricolare di primo grado (vedere paragrfo 4.3).
Se il paziente manifesta bradicardia progressiva (frequenza cardiaca inferiore a 50-55 battiti/minuto), il dosaggio dovrebbe essere ridotto gradualmente od il trattamento gradualmente sospeso (vedere paragrafo 4.3).
Metoprololo deve essere usato con cautela in pazienti con disturbi circolatori periferici arteriosi (per es., malattia o fenomeno di Raynaud, claudicatio intermittente), in quanto il trattamento con betabloccanti può aggravare tali condizioni (vedere paragrafo 4.3).
Quando metoprololo viene prescritto ad un paziente affetto da feocromocitoma noto o sospetto, si dovrebbe sempre somministrare contemporaneamente un alfa-bloccante (vedere paragrafo 4.3).
Il metoprololo subisce un significativo metabolismo epatico di primo passaggio, e viene eliminato principalmente tramite il metabolismo epatico (vedere paragrafo 5.2). Pertanto, in presenza di cirrosi epatica può aumentare la biodisponibilità sistemica del metoprololo e si può ridurre la sua clearance totale, determinando un aumento delle concentrazioni plasmatiche.
I pazienti anziani devono essere trattati con cautela. Una eccessiva diminuzione della pressione arteriosa o della frequenza del polso può determinare una inadeguata irrorazione degli organi vitali.
La necessità o l'opportunità della sospensione di un betabloccante, incluso metoprololo, prima di interventi chirurgici maggiori, è controversa. La ridotta capacità del cuore di rispondere ad una stimolazione adrenergica può aumentare i rischi dell'anestesia generale e delle procedure chirurgiche. I benefici di proseguire il trattamento con un betabloccante, incluso metoprololo, dovrebbero essere valutati contro i rischi della sua sospensione in ogni paziente. Prima di eventuali operazioni chirurgiche che richiedano anestesia generale, l'anestesista deve essere informato che il paziente è in trattamento con un betabloccante. Deve essere utilizzato un anestetico con il minor effetto cardiodepressivo possibile (vedere paragrafo 4.5). Se si pensa sia necessaria la sospensione del betabloccante, incluso metoprololo, prima dell'intervento chirurgico, la sospensione deve avvenire gradualmente e completarsi circa 48 ore prima dell'anestesia generale.
È da evitare la brusca interruzione del trattamento con metoprololo, specialmente nei pazienti con malattie cardiache ischemiche. Per prevenire una esacerbazione dell'angina pectoris, il dosaggio deve essere ridotto gradualmente in un periodo di 1-3 settimane e, se necessario, deve essere contemporaneamente iniziata una terapia di sostituzione. Durante la sospensione il paziente va mantenuto sotto stretta sorveglianza medica.
Nei pazienti che assumono betabloccanti le reazioni anafilattiche causate da altri agenti possono essere particolarmente severe e resistere alle normali dosi di adrenalina. Quando possibile, si deve evitare l'uso di betabloccanti, incluso metoprololo, nei pazienti ad aumentato rischio di anafilassi.
I betabloccanti possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina nei pazienti con angina di Prinzmetal (una variante dell'angina pectoris). Betabloccanti beta1 selettivi, come metoprololo, possono essere utilizzati in tali pazienti, ma solo con estrema cautela.
I betabloccanti mascherano alcuni dei sintomi clinici della tireotossicosi. Pertanto, quando metoprololo venga somministrato a pazienti con tireotossicosi accertata o sospetta, si deve monitorare attentamente sia la funzionalità tiroidea sia quella cardiaca.
La sindrome oculomucocutanea nella sua variante completa, descritta altrove col practololo, non è stata segnalata con metoprololo. Comunque, sono state descritte manifestazioni parziali di tale sindrome (occhi secchi e/o, occasionalmente, rash cutaneo). Nella maggior parte dei casi i sintomi scomparivano con la sospensione del trattamento con metoprololo.
I pazienti devono essere osservati attentamente per potenziali effetti a livello oculare. Se si verificano tali effetti, si deve considerare l'opportunità di sospendere metoprololo.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti
Il medicinale contiene lattosio quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
4.5 INTERAZIONI
Effetti degli altri farmaci su metoprololo
L'effetto di metoprololo e degli altri farmaci antipertensivi sulla pressione arteriosa è generalmente additivo. I pazienti in trattamento contemporaneo con farmaci che provocano una deplezione delle catecolamine, altri betabloccanti (anche in forma di gocce oftalmiche), o inibitori delle monoaminossidasi (MAO) devono essere mantenuti sotto sorveglianza.
I seguenti farmaci possono aumentare gli effetti o le concentrazioni plasmatiche di metoprololo
Calcio antagonisti
I calcio antagonisti del tipo verapamil e diltiazem possono potenziare gli effetti depressivi dei betabloccanti sulla pressione arteriosa, la frequenza e la contrattilità cardiaca e la conduzione atrioventricolare. Un calcio antagonista del tipo verapamil (fenilalchilamina) non deve essere somministrato per via endovenosa a pazienti in terapia con metoprololo, in quanto esiste il rischio di arresto cardiaco. I pazienti in terapia orale con un calcio antagonista del tipo verapamil in associazione con metoprololo devono essere attentamente sorvegliati.
Antiaritmici di classe I e amiodarone
Amiodarone, propafenone e altri antiaritmici di classe I, come chinidina e disopiramide possono potenziare l'effetto dei betabloccanti sulla frequenza cardiaca e la conduzione atrioventricolare.
La nitroglicerina può aumentare l'effetto ipotensivo di metoprololo.
Anestetici generali
Alcuni anestetici per inalazione possono aumentare l'effetto cardiodepressivo dei betabloccanti (vedere paragrafo 4.4).
Inibitori del CYP2D6
I forti inibitori di questo enzima possono aumentare la concentrazione plasmatica di metoprololo.
La forte inibizione del CYP2D6 determinerebbe una variazione del fenotipo in scarso metabolizzatore (vedere paragrafo 5.2.). Si deve impiegare prudenza quando il metoprololo sia somministrato in concomitanza ad inibitori potenti del CYP2D6. Potenti inibitori conosciuti del CYP2D6, clinicamente significativi, sono gli antidepressivi come fluoxetina, paroxetina o bupropione; antipsicotici come tioridazina; antiaritmici come chinidina o propafenone; antiretrovirali come ritonavir; antistaminici come difenidramina; antimalarici come idrossiclorochina o chinidina; antimicotici come terbinafina e antiulcera come cimetidina.
I seguenti farmaci possono diminuire gli effetti o le concentrazioni plasmatiche di metoprololo
Prazosin
L'ipotensione posturale acuta che può far seguito alla prima dose di prazosin può essere accentuata nei pazienti già trattati con un betabloccante.
L'uso contemporaneo di glicosidi digitalici può provocare una eccessiva bradicardia e/o un prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare.
L'adrenalina o altre sostanze ad attività simpaticomimetica (p. es. quelle contenute negli antitosse o nelle gocce nasali e oftalmiche) possono provocare reazioni ipertensive se somministrate contemporaneamente a betabloccanti; ciò è meno probabile con dosi terapeutiche di farmaci beta1-selettivi che con betabloccanti non cardioselettivi.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei
Il trattamento concomitante con farmaci antiinfiammatori non steroidei, quali l'indometacina può diminuire l'effetto antipertensivo del metoprololo.
Induttori degli enzimi epatici
Gli induttori enzimatici possono influire sui livelli plasmatici del metoprololo. Per esempio, la concentrazione plasmatica del metoprololo viene abbassata dalla rifampicina.
Effetti del metoprololo su altri farmaci
Se un paziente è trattato contemporaneamente con clonidina e metoprololo ed il trattamento con clonidina deve essere interrotto, la terapia con metoprololo va sospesa parecchi giorni prima della clonidina. Ciò perchè l'ipertensione che può far seguito alla sospensione della clonidina può essere aumentata nei pazienti trattati contemporaneamente con betabloccanti.
Insulina ed ipoglicemizzanti orali
Nei pazienti diabetici che usano insulina il trattamento con betabloccanti può essere associato ad episodi di ipoglicemia più pronunciata o prolungata. I betabloccanti possono anche antagonizzare l'effetto ipoglicemizzante delle sulfaniluree. Il rischio di questi effetti è minore con un farmaco β1-selettivo come metoprololo che con betabloccanti non cardioselettivi. Comunque, i pazienti diabetici in trattamento con metoprololo devono essere attentamente sorvegliati per assicurare il controllo del diabete (vedere sezione 4.4).
Lidocaina (xilocaina)
Il metoprololo può ridurre la clearance della lidocaina, causando un aumento degli effetti della lidocaina.
Alcool
Il metoprololo può modificare i parametri farmacocinetici dell'alcool.
4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Come regola generale, nessun farmaco dovrebbe essere assunto durante i primi tre mesi di gravidanza ed i rischi e i benefici dell’assunzione dovrebbero essere attentamente considerati durante l’intero periodo.
L’esperienza con metoprololo nel primo trimestre di gravidanza è limitata, ma non sono state segnalate malformazioni fetali attribuibili al metoprololo. Comunque, i betabloccanti possono ridurre la perfusione placentare. Deve essere utilizzata la minor dose possibile e la terapia deve essere sospesa almeno 2 o 3 giorni prima del parto, per evitare un aumento della contrattilità uterina e gli effetti del betablocco nel nascituro (per es. bradicardia, ipoglicemia).
Allattamento
Piccole quantità di metoprololo vengono escrete nel latte materno: a dosi terapeutiche un lattante che assuma 1 l di latte materno al giorno riceverebbe una dose di meno di 1 mg di metoprololo. Tuttavia durante l’allattamento è opportuno tenere sotto stretto controllo il neonato per manifestazioni e sintomi beta-blocco.
4.7 EFFETTI SUL GUIDARE/USARE MACCHINARI
Metoprololo può provocare capogiri, affaticamento o disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8) e può quindi interferire negativamente sulla capacità di guidare e sull'uso di macchinari.
4.8 EFFETTI INDESIDERATI
Frequenze stimate:
Molto comune ≥ 10%
Comune ≥ 1% e <10%
Non comune ≥ 0,1% e <1%
Raro ≥ 0,01% e <0,1%
Molto raro <0,01%
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto raro: trombocitopenia
Disturbi psichiatrici
Raro: depressione, incubi
Molto raro: disturbi della personalità, allucinazioni
Patologie del sistema nervoso
Comune: capogiri, cefalea.
Raro: diminuzione della vivacità mentale, sonnolenza o insonnia, parestesie.
Patologie dell'occhio
Molto raro: turbe visive (es. visione offuscata), irritazione e/o secchezza oculare.
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Molto raro: tinnito, disturbi uditivi in caso di superamento delle dosi consigliate (es. ipoacusia o sordità)
Patologie cardiache
Comune: bradicardia.
Raro: insufficienza cardiaca, aritmie cardiache, palpitazioni.
Molto raro: turbe della conduzione cardiaca, dolore precordiale.
Patologie vascolari
Comune: ipotensione ortostatica (occasionalmente con sincope).
Raro: edema, fenomeno di Raynaud.
Molto raro: cancrena in pazienti con gravi disturbi circolatori periferici pregressi.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune: dispnea da sforzo.
Raro: broncospasmo (anche in pazienti senza anamnesi di affezioni ostruttive polmonari).
Molto raro: rinite.
Patologie gastrointestinali
Comune: nausea, vomito, dolore addominale.
Molto raro: secchezza della mucosa orale, fibrosi retroperitoneale (non è stata definitivamente stabilita la relazione con metoprololo).
Patologie epatobiliari
Molto raro: epatite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Raro: rash cutaneo (in forma di orticaria, lesioni cutanee psoriasiformi e distrofiche).
Molto raro: fotosensibilità, iperidrosi, alopecia, peggioramento della psoriasi.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Raro: crampi muscolari
Molto raro: artrite.
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Molto raro: turbe della libido e della potenza sessuale, malattia di Peyronie (non è stata definitivamente stabilita la relazione con metoprololo).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: stancabilità
Esami diagnostici
Molto raro: aumento ponderale, anomalie nei test di funzionalità epatica.
Esperienza Post Marketing
Le seguenti reazioni avverse sono state osservate nel corso dell'uso post-approvazione di metoprololo: stato confusionale, aumento dei trigliceridi plasmatici, riduzione delle lipoproteine a bassa densità (HDL). Poiché queste osservazioni derivano da una popolazione di dimensioni non conosciute e sono soggette a fattori di confusione, non è possibile stimare in maniera attendibile la loro frequenza.
4.9 SOVRADOSAGGIO
Segni e sintomi
L’avvelenamento dovuto a sovradosaggio del farmaco può determinare l’insorgenza di una grave ipotensione, bradicardia sinusale, blocco atrioventricolare, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno, arresto cardiaco, broncospasmo, deterioramento dello stato di coscienza (o anche coma), nausea, vomito, cianosi.
L’assunzione contemporanea di alcool, antipertensivi, chinidina o barbiturici aggrava i segni e i sintomi.
Le prime manifestazioni di sovradosaggio insorgono da 20 minuti a 2 ore dopo la somministrazione di metoprololo.
Gli effetti di un massiccio sovradosaggio possono persistere per parecchi giorni, nonostante il declino delle concentrazioni plasmatiche.
Trattamento
I pazienti con sovradosaggio di betabloccanti dovrebbero essere sempre ospedalizzati in modo da monitorare la funzionalità cardiaca, i gas plasmatici ed i parametri biochimici plasmatici. Se opportuno, dovrebbero essere istituite misure di supporto d'emergenza, quali ventilazione artificiale o regolazione della frequenza cardiaca. Anche se apparentemente in buone condizioni, i pazienti che abbiano assunto dosi che provochino un modesto sovradosaggio dovrebbero essere osservati attentamente per almeno 4 ore per evidenziare sintomi di avvelenamento.
In caso di sovradosaggio orale potenzialmente pericoloso per la vita, induzione di vomito o lavanda gastrica (entro 4 ore dall'ingestione di metoprololo) e/o somministrazione di carbone attivo per rimuovere il farmaco dal tratto gastrointestinale. Difficilmente l'emodialisi apporta un utile contributo all'eliminazione del metoprololo.
Per controllare una grave bradicardia si può somministrare atropina per via endovenosa. In presenza di ipotensione e bradicardia somministrare un β-agonista come prenalterolo o isoprenalina per via endovenosa; possono essere necessarie dosi molto elevate per superare il betablocco. Per mantenere la pressione arteriosa si possono somministrare farmaci quali dopamina, dobutamina o noradrenalina. Il glucagone ha effetti inotropi e cronotropi positivi sul cuore, indipendenti dai recettori β-adrenergici e si è dimostrato efficace nel trattamento dell'ipotensione resistente e dell'insufficienza cardiaca associata con sovradosaggio da betabloccanti.
Il diazepam è il farmaco d'elezione per controllare gli attacchi epilettici. Per contrastare il broncospasmo si può somministrare un beta-agonista o aminofillina; durante e dopo la somministrazione del broncodilatatore i pazienti devono essere sorvegliati per monitorare l'eventuale insorgenza di aritmie cardiache.
Dopo un episodio di sovradosaggio può verificarsi il fenomeno da sospensione di betabloccanti (vedere paragrafo 4.4).
DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Settembre 2011
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