Ibuprofene

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Versione del 12 mag 2014 alle 23:49 di Hadihajar (Discussione | contributi) (INTERAZIONI)
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SPECIALITÀ

IBUPROFENE:


IBUPROFENE ISOBUTANOLAMMONIO:

  • Edenil soluzione vaginale, polvere per soluzione vaginale
  • Ginenorm soluzione vaginale


IBUPROFENE SALE DI ARGININA:


IBUPROFENE SALE DI LISINA:


IBUPROFENE/PSEUDOEFEDRINA CLORIDRATO:

STRUTTURA

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MECCANISMO D’AZIONE

L’Ibuprofene e’ un analgesico, antinfiammatorio ed antipiretico.

Chimicamente e’ il capostipite dei Derivati dell’acido propionico (Vedi FANS).

L’Ibuprofene e’ un potente inibitore della sintesi delle prostaglandine per blocco degli isoenzimi della ciclossigenasi (COX 1 e COX 2).

È stato dimostrato che la COX-2 è l’isoforma dell’enzima che viene indotta in risposta a stimoli proinfiammatori e si ritiene che sia primariamente responsabile della sintesi dele prostaglandine che causano dolore, infiammazione e febbre.

la COX-1 invece è costitutivamente espressa in molti tipi cellulari; ha effetto protettivo sui tessuti (rene, mucosa gastrica) e sintetizza il trombossanno A2 ad effetto proaggregante.

INDICAZIONI

  • Artrite reumatoide
  • Osteoartrite moderata o lieve
  • Trattamento del dolore lieve o moderato (Dolori mestruali, mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori muscolari, dolore post-operatorio)
  • Stati febbrili nel bambino e nell'adulto

CONTROINDICAZIONI

Per via orale, l'ibuprofene è controindicato in caso di:

  • Ipersensibilità al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o verso qualsiasi farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS). Con questa classe farmacologica possono verificarsi reazioni crociate.
  • Ulcera gastroduodenale attiva o grave o altre gastropatie.
  • Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).
  • Grave insufficienza cardiaca.
  • Gravidanza e allattamento
  • Insufficienza renale o epatica grave.

POSOLOGIA

Via orale:

Negli adulti e nei ragazzi dai 12 anni in poi, 200 mg ogni 4– 6 ore finchè persistono i sintomi. Se il dolore o la febbre non rispondono a 200 mg, si può raddoppiare la dose. Non assumere più di 1200 mg al giorno.

In caso di disturbi gastrici assumere il farmaco con del cibo.

Gli anziani devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile.

Pazienti con compromissione renale significativa possono richiedere una riduzione del dosaggio.

AVVERTENZE

INTERAZIONI

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Gravidanza

L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5 %. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrione–fetale.

Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.

Se l'ibuprofene è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

  • tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
  • disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo–idroamnios;

la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

  • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
  • inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.

EFFETTI COLLATERALI

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